Maurizio Tropeano. Due milioni arriveranno con la cancellazione del consorzio regionale per lo smaltimento delle carcasse animali. Un ente istituito nel 2001 in pieno periodo di mucca pazza quando oltre al danno per l’abbattimento dei capi gli allevatori dovevano spendere 500 euro per lo smaltimento delle carcasse. Tredici anni dopo e con l’emergenza Bse finita ormai da tempo la regione ha deciso di chiamarsi fuori dalla gestione dimezzando i costi di questo sistema.
Una somma che insieme ai risparmi previsti da altri interventi di riorganizzazione dell’ente permetterà di tagliare 18 milioni quest’anno, 34 nel 2016 e altri 75 circa nel 2017. In tutto circa 130 milioni.
Resta da capire perché la regione abbia aspettato 13 anni per abolire una struttura creata per aiutare un settore messo in ginocchio da mucca pazza. Allora il consiglio regionale approvò una legge che rendeva obbligatoria l’iscrizione al Consorzio e la relativa assicurazione che comprendeva anche il ritiro delle carcasse. Giorgio Ferrero, assessore regionale all’Agricoltura, la spiega così: «Adesso, grazie all’anagrafe non c’è più il rischio che singoli allevatori seppelliscano i capi morti e la regione può uscire dalla gestione di questo consorzio. Daremo una mano, anche finanziaria, sul pagamento delle garanzie a copertura dei premi assicurativi».
Quest’anno altri 8 milioni di risparmia arriveranno dalla riorganizzazione macchina burocratica regionale mentre il taglio delle sedi distaccate dell’Arpa e la nascita dell’agenzia per la forestazione con l’accorpamento dell’Ipla e delle forestali comporterà minori spese per 1,6 milioni. Nel 2016 gli interventi sul personale faranno risparmiare altri 5 milioni mentre la riduzione degli affitti con l’apertura del grattacielo permetterà di evitare di pagare 12 milioni di affitti. Nel 2017, poi si dovrebbero vedere i primi effetti della liberalizzazione del trasporto locale: 30 milioni di uscire in meno.
La Stampa – 23 gennaio 2015