L’accesso dei medici veterinari convenzionati al primo livello dirigenziale del Sistema Sanitario Nazionale è stato proposto come ordine del giorno in Senato
L’accesso dei medici veterinari Acn (Accordo Collettivo Nazionale) al primo livello dirigenziale del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) ha attraversato un percorso complesso, culminato con la trasformazione di un emendamento in un ordine del giorno durante l’esame del Disegno di Legge n.73/2024 sulle “Liste di attesa”. La proposta iniziale, considerata estranea alla materia del Ddl, è stata trasformata in odg dai senatori proponenti – Daniela Ternullo, Francesco Silvestro e Tilde Minasi – prima del parere governativo.
L’iter
In un primo momento, i senatori Daniela Ternullo e Francesco Silvestro hanno presentato l’emendamento 7.0.3 al Disegno di Legge n.73/2024, cosiddetto “Liste di attesa”, con l’obiettivo di consentire ai medici veterinari della Specialistica Ambulatoriale (Acn) di essere inquadrati nel primo livello dirigenziale del Ccnl della Sanità.
Contemporaneamente, durante l’approvazione del Decreto Legge Agricoltura, con un ordine del giorno dell’onorevole Giovanni Cannata, anche la Camera ha impegnato il Governo a valutare l’opportunità di inquadrare i veterinari Acn nel primo livello della dirigenza veterinaria.
Infine, durante l’esame del Disegno di Legge “Liste di attesa”, i senatori Daniela Ternullo, Francesco Silvestro e Tilde Minasi hanno ritirato l’emendamento originario, trasformandolo in un ordine del giorno. L’emendamento in questione, infatti, è stato valutato improponibile in quanto estraneo alla materia del Ddl in esame, ma ripresentabile in Assemblea.
La proposta
Il nuovo ordine del giorno (G/1161/13/10) è analogo a quello presentato alla Camera dall’onorevole Cannata, sul quale è arrivato il parere favorevole dal Sottosegretario al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Luigi D’Eramo.
Per i senatori proponenti, il passaggio dei veterinari Acn alla fascia dirigenziale non solo non comporterebbe per la Pubblica Amministrazione un aggravio di spesa, ma implicherebbe persino sotto diversi aspetti un risparmio.
Prendendo in considerazione la quota oraria stipendiale, il nuovo valore a regime annuo lordo per 13 mensilità dello stipendio tabellare dei dirigenti veterinari è di euro 47.015,77 più le indennità. I veterinari Acn percepiscono invece 29,99 euro per ogni ora di lavoro svolta (riferimento Acn 2024, triennio 2019-2021). Ciò vuol dire che un Veterinario Acn con un incarico pari a 38 ore settimanali percepisce una retribuzione annua lorda pari a euro 59.260, a cui va ad aggiungersi la parte variabile dello stipendio (circa 800 euro) più le indennità. Alla suddetta retribuzione base vanno aggiunte una serie di indennità accessorie previste dall’Accordo Collettivo Nazionale e dall’Accordo Integrativo Regionale; tra queste indennità si annoverano a titolo meramente esemplificativo: indennità di spese di viaggio, indennità chilometriche, indennità di piena disponibilità, premio di informatizzazione, responsabile di branca. I veterinari Acn percepiscono pertanto una retribuzione base superiore a quella dei dirigenti dipendenti; perciò, anche il gap del 9% in più versato dai dirigenti a livello previdenziale (24% Acn contro il 33% dirigenti) verrebbe ampiamente compensato.
In tutti i casi, non mancherebbero le risorse in quanto la copertura finanziaria è stata già ritenuta valida dalla legge n. 449 del 1997 che ha permesso tale transito ai medici e professionisti convenzionati Acn (fino al 2012), ad esclusione dei medici veterinari solo perché entrati contrattualmente (con la stessa retribuzione degli specialisti ambulatoriali) nella specialistica ambulatoriale nel 2006. In conclusione, le ore attualmente svolte in qualità di veterinari Acn non sarebbero ridistribuite, con la conseguente copertura finanziaria necessaria per la retribuzione economica dei veterinari convenzionati interessati dal passaggio.
Oltre al risparmio sulla retribuzione i senatori segnalano un vantaggio anche per le Aziende Sanitarie che potrebbero avere, quali dirigenti, specialisti veterinari convenzionati già in servizio e già formati su tutte le mansioni che un dirigente deve svolgere e in tal modo la pubblica amministrazione non dovrebbe affrontare i costi di formazione del personale neoassunto.