“Il mondo medico sia compatto, e in assenza di risposte la protesta diventerà inevitabile”. Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli
“Auspichiamo tutti che la stagione delle piazze e delle proteste non riguardi la Sanità, proprio per le peculiari tutele che i medici garantiscono e per le quali chiedono un riconoscimento. Ma se le risposte attese non dovessero arrivare, credo che i professionisti sanitari dovranno chiederne conto alla politica: il mondo medico sia compatto, e in assenza di risposte la protesta diventerà inevitabile”. Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, all’indomani della presa di posizione del sindacato Anaao-Assomed, che ha evocato la piazza per l’autunno, se gli aumenti economici del contratto 2022-2024 stabiliti dalla scorsa finanziaria non saranno integrati da finanziamenti extracontrattuali. “È tempo che si diano risposte a tutto il mondo medico afferma Anelli in una nota in grande sofferenza per la contrazione del personale, la messa in discussione del ruolo della professione e la perdita del potere d’acquisto degli stipendi che il Censis ha quantificato in -6,1% in sette anni, tra il 2015 e il 2022”. “Credo sia necessario aggiunge che il mondo medico mostri compattezza e determinazione nella difesa del Servizio sanitario nazionale. I medici sono il volto del Servizio sanitario nazionale e, insieme a tutto il personale sanitario, oggi continuano a garantire con generosità e altruismo, così come affermano 8 italiani su 10, le prestazioni ai cittadini. Prestazioni che, come emerge anche dal rapporto definitivo del sistema di Garanzia 2022, appena pubblicato dal Ministero della Salute, non sono assicurate in maniera uniforme sul territorio nazionale. Sono otto, infatti, le Regioni e Province autonome italiane che non garantiscono a pieno i Livelli essenziali di assistenza. E la situazione potrebbe peggiorare con l’autonomia differenziata”. Inoltre, “la richiesta di trasferire la delega sulle professioni dal Governo centrale alle Regioni conclude Anelli crea ulteriore incertezza e preoccupazione: apprezziamo e condividiamo la presa di posizione dei 106 presidenti di tutti gli Ordini territoriali, che ha dimostrato, ancora una volta, l’unitarietà della Professione medica. Auspichiamo quindi risposte certe, in assenza delle quali i professionisti sanitari non potranno esimersi dal chiedere garanzie per i cittadini e per il Servizio sanitario nazionale”.