rende liberi»). Nel suo ambulatorio a Camponogara, nel Veneziano, Caggiano, la cui convenzione con l’Usl 3 è stata sospesa nel 2021 dopo aver rifiutato l’inoculazione della terza dose, ora svolge attività libero professionale. Qualche settimana fa, la procura di Venezia (pm Elisabetta Spigarelli) ha aperto un’inchiesta e lo ha iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di accusa di epidemia, per presunta violazione della norma che regola le trasfusioni. Ora la pm ha disposto una consulenza tecnica per l’analisi del virus contratto da questa decina circa di ex pazienti di Caggiano.
La segnalazione dell’Usl 3
Il medico tramite il suo legale, Alessio Morosin, ha nominato un consulente di parte. L’inchiesta è partita con la segnalazione dell’Usl 3 alle autorità, dei casi sospetti di epatite contratta dagli ex pazienti del medico di Camponogara. Durante le sedute ambulatoriali, in base ai racconti, veniva eseguito un prelievo di sangue, poi il campione mescolato con prodotti farmaceutici tipo «integratori» e quindi autotrasfuso nello stesso contesto. Una pratica, precisa Morosin, consentita in ambito ambulatoriale e completamente diversa dalla trasfusione, che il dottore non può fare per legge. «Il mio cliente, molto dispiaciuto, è medico attento, prudente, con un’esperienza straordinaria alle spalle. Ha osservato rigorosamente le procedure prescritte per la pratica e ora è il primo a voler chiarire cosa sia successo».
L’inchiesta è stata aperta dalla procura per indagare sul rapporto causa-effetto tra le autotrasfusioni e il virus dell’epatite a cui alcuni ex pazienti del medico sono risultati positivi. In base a quanto appreso, ci sarebbe da verificare se il virus sia per tutti lo stesso e quali fossero le condizioni di salute delle persone che hanno fatto le autotrasfusioni. «Il dottor Caggiano si è messo a disposizione dell’autorità giudiziaria – continua il suo legale – dando massima collaborazione. Giusto fare chiarezza sulla vicenda e respingere false accuse, come quella mossa dalla figlia di un paziente». La donna avrebbe raccontato che ai suoi genitori il medico disse di non rivolgersi agli ospedali. «Non è corretto definire il medico che assisto un “no vax” – afferma Morosin – direi piuttosto un “free vax” che lasciò libertà di scelta e vaccinò anche un centinaio di persone durante il Covid». Il dottor Ennio Caggiano per le sue posizioni è stato radiato dall’Ordine dei medici di Venezia, decisione provvisoriamente non esecutiva in attesa della decisione della Commissione centrale dell’Ordine nazionale. «Non vorrei che questa vicenda fosse strumentalizzata. Il mio cliente è sereno e a disposizione per le indagini. I trattamenti si sono svolti in modo conforme alla legge e i prodotti farmaceutici utilizzati sono certificati. Ci sono vari aspetti da indagare», conclude l’avvocato.
https://corrieredelveneto.corriere.it/notizie/venezia-mestre/cronaca/24_luglio_14/dieci-casi-di-epatite-c-dopo-le-autotrasfusioni-indagato-medico-no-vax-ca742459-a266-4b1e-a3a1-31775b625xlk.shtml