L’Organizzazione mondiale per la salute degli animali ha recentemente pubblicato la relazione annuale sull’uso degli antimicrobici. Il report mostra un rallentamento dei progressi ottenuti, nonostante negli ultimi anni l’utilizzo di antimicrobici continua a essere in declino
Dal 2015, l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (Woah) monitora l’uso di antimicrobici negli animali, considerata una delle minacce globali più urgenti per la salute. Ogni anno, l’Organizzazione pubblica un rapporto sulle tendenze globali e regionali. L’ottavo, recentemente pubblicato, evidenzia le ultime tendenze: in particolare, occorre notare che i progressi verso l’uso ottimale degli antimicrobici negli animali mostrano segni di rallentamento.
Il report
Il Rapporto annuale della Woah sugli Agenti antimicrobici destinati all’uso negli animali raccoglie dati forniti volontariamente dai Servizi Veterinari sull’uso di antimicrobici negli animali. L’ultimo rapporto ha tre sezioni principali:
1) interpretazione della situazione globale e regionale dai dati raccolti durante gli otto cicli annuali di raccolta dati (da settembre 2022 a maggio 2023);
2) analisi dettagliate per il 2021 (quantità totale di agenti antimicrobici, normalizzata utilizzando un indicatore di biomassa animale stimata);
3) analisi delle tendenze per gli anni 2019-2021, dopo l’adeguamento all’indicatore di biomassa animale stimata.
A settembre 2022, l’Organizzazione ha invitato i suoi 182 membri e 11 non-membri a contribuire all’ottavo ciclo annuale di raccolta dati attraverso un modulo Excel inviato via email per il caricamento diretto sul sistema ANIMUSE (ANImal antiMicrobial USE). Alla raccolta hanno partecipato 94 Paesi, coprendo l’80% della geografia globale e il 65% della biomassa animale del mondo.
Analisi dati
Per i dati riferiti all’anno 2021, la quantità globale di antimicrobici ad uso veterinario ha oscillato tra le 81 e le 89mila tonnellate. In generale, le tetracicline sono ancora le sostanze antimicrobiche più utilizzate per trattare la salute degli animali (35,6% del totale), seguite da penicilline e polipeptidi (rispettivamente 12,6% e 11,3%).
Limitando l’analisi agli 81 Paesi che tra il 2019 e il 2021hanno costantemente fornito dati, il report rileva che l’Africa ha registrato “un incredibile aumento del 179%”. Invece le Americhe, l’Europa e l’Asia/Pacifico hanno registrato percentuali di riduzione rispettivamente del 9%, 6% e 0,7%. L’incremento registrato nel continente africano “appare notevole”; tuttavia,un’analisi più approfondita fa emergere anche un “significativo miglioramento dell’uso degli antimicrobici”, grazie allo sviluppo di sistemi di monitoraggio che hanno consentito di esprimere tendenze e dati più precisi. Inoltre, l’incremento registrato non ha un impatto significativo sui mg/kg globali, poiché rappresenta solo il 10% della biomassa degli animali globale e il 2% delle quantità antimicrobiche totali. Secondo la Woah, dunque, è essenziale proseguire nel potenziamento dei sistemi di sorveglianza nei Paesi africani, per conseguire dati sempre più attendibili.
Considerando gli animali destinati alla produzione alimentare (dpa), le tetracicline e le penicilline sono ancora gli antimicrobici più utilizzati (36,9% e 14,3% dei casi). Negli animali acquatici (dati forniti da 17 Paesi) le tetracicline risultano al terzo posto, dopo amfenicoli e fluorochinoli (rispettivamente 18,4%, 21,3% e 48,3% delle quantità totali).
I dati sull’uso negli animali da compagnia, principalmente cani e gatti, sono stati forniti da 56 Paesi che hanno segnalato di utilizzare in prevalenza le penicilline (30,3% del totale) seguite da fluorochinoloni e tetracicline (rispettivamente 14,1% e 12,2%).
Un impegno continuo
“I prossimi passi dovrebbero essere orientati da questo Report” ha dichiarato Monique Eloit, Direttrice Generale della Woah, parlando di “otto anni di progressi continui e di forte impegno a livello globale”.
L’impegno dell’Organizzazione è di raggiungere il bando totale degli impieghi a scopo auxinico, un utilizzo nei Paesi extra Ue ancora molto diffuso. Per tutti, l’esortazione è di limitare l’impiego degli antimicrobici esclusivamente all’uso strettamente medico-veterinario.