Secondo i nuovi dati pubblicati dall’Ecdc, nell’UE/SEE sono stati segnalati ulteriori casi di febbre emorragica Crimea-Congo (Cchf), una malattia virale trasmessa dalle zecche potenzialmente pericolosa per la vita. Gli esperti hanno avvertito di un aumento del rischio di trasmissione nel continente. In Italia non è stato segnalato alcun caso tra il 2018 e il 2022.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Ecdc, nel 2022, l’UE/SEE ha registrato 4 casi di Cchf e 2 decessi. Sebbene nel 2023 non sia stato segnalato alcun caso, nel 2024 la Spagna ha registrato un caso mortale di Cchf. Il virus che causa la Cchf viene diffuso principalmente dalla zecca Hyalomma marginatum, ampiamente distribuita nell’Europa meridionale e orientale, nonché dall’H. lusitanicum che si trova in alcune parti dell’Europa meridionale. In Italia non è stato segnalato alcun caso tra il 2018 e il 2022.
Il cambiamento climatico potrebbe portare queste specie di zecche e la malattia a diffondersi ulteriormente nel continente. Un rapporto del 2023 sulla distribuzione spaziale del Cchf in Europa ha rilevato che le aree di idoneità ecologica per il Cchf si estendono più a nord di quanto suggerito in precedenza.
La Cchf è caratterizzata da un’improvvisa insorgenza di sintomi simil-influenzali come febbre, mal di testa, mialgia e malessere, nonché fotofobia, dolore addominale, diarrea e vomito. Nei casi più gravi possono verificarsi sintomi emorragici come lividi, sangue dal naso e sanguinamento incontrollato nei siti di iniezione. Nei pazienti ospedalizzati, il Cchf può essere fatale in circa il 30% dei casi.
Le precauzioni includono l’uso di indumenti protettivi e l’uso di repellenti chimici contro le zecche come N,N-dietil-m-toluamide (Deet) e icaridina. In ambito sanitario, seguire i protocolli di controllo delle infezioni e indossare DPI adeguati è fondamentale quando si trattano casi sospetti di Cchf.
Non esiste al momento un vaccino contro il Cchf approvato per l’uso in tutta Europa.
Crimean-Congo haemorrhagic fever Annual Epidemiological Report for 2022