È quello sanitario il fronte sul quale ora devono difendersi il presidente della Regione Giovanni Toti e il suo capo di gabinetto (dimissionato) Matteo Cozzani, ai domiciliari nella maxi inchiesta sulla corruzione in Liguria. Un fascicolo per presunti favori, ricambiati con finanziamenti, a quattro imprenditori della sanità privata, e poi l’accusa di falso per un clamoroso tentativo di gonfiare i numeri della popolazione anziana ligure, nel 2021, per ottenere più vaccini.
Uno dei primi atti deliberati appena insediato il centrodestra in Regione, era “L’indagine di mercato: conferimento incarico esplorativo ad Alisa”, con l’esplicito disegno di affidare parte della sanità ligure ai privati, sul modello lombardo. Giovanni Toti un anno dopo la sua prima elezione, nel 2016 aveva importato da Bergamo Walter Locatelli, all’epoca direttore generale della Asl di Milano e incallito promotore della sanità pubblico-privata, molto vicino a Matteo Salvini e nell’elenco dei finanziatori del Carroccio. In nove anni di amministrazione, quel disegno di privatizzazione in parte è stato attuato. Ma dall’inchiesta sulletangenti che ha investito il porto con l’ex presidente Paolo Emilio Signorini e il ricchissimo imprenditore Aldo Spinelli ai domiciliari, la Procura di Genova ha stralciato una serie di intercettazioni che fanno sospettare di finanziamenti ai comitati elettorali di Toti in cambio di contratti e convenzioni con la sanità pubblica.
In quella delibera regionale del 2017 Toti parlò di “svolta epocale della sanità ligure”, e iniziò dal Ponente, territorio controllato dall’ex ministro democristiano e poi forzista Claudio Scajola. Tre ospedali sul filo del ridimensionamento – e della chiusura – già nel precedente Piano Sanitario della Giunta Burlando di centrosinistra furono messi sul mercato: Albenga, Bordighera e Cairo Montenotte. Il piano di privatizzazione sugli ospedali ha subito uno stop per il “Santa Maria di Misericordia” di Albenga e per il “San Giuseppe” di Cairo per una serie di ricorsi al Tar di altri gruppi esclusi. Su Bordighera, invece, è stata firmata la convenzione. Con il centrodestra parte anche la logica di affidare ai privati pure i servizi sul territorio: analisi cliniche, esami diagnostici, visite specialistiche e persino la gestione dell’assistenza domiciliare.
In maniera assolutamente legittima e trasparente sono molti gli imprenditori della sanità che finanziano Toti. Nell’ultimo anno hanno versato dei contributi ON Health Care Group del manager Filippo Ceppellini e di Billy Berlusconi nipote di Silvio, poi Casa della Salute che in Liguria ha aperto ben 21 centri e fa capo, a Genova, a Marco Fertonani uno dei partecipanti alle cene di finanziamento di Toti; e ancora Servizi Sanitari srl, Gadomed, Hc Hospital Consulting, Santa Dorotea e VillaMontallegro.
La Liguria è il fanalino di coda nel Centro Nord per le fughe dei pazienti in altre regioni e le polemiche per le liste di attesa nel servizio pubblico sono all’ordine del giorno. Ma l’8 marzo scorso Toti e il suo assessore regionale alla Sanità, Angelo Grattarola, hanno detto che la Liguria risulta tra le ultime in Italia per quanto riguarda la spesa per prestazioni affidate ai privati.
Agli atti dell’indagine è poi il resoconto di un clamoroso tentativo di “truccare” i dati della popolazione ligure per ottenere un maggior numero di vaccini. Siamo a fine marzo 2021, il Covid uccide ancora e i vaccini sono attesi in tutte le regioni. In alcune intercettazioni telefoniche ed ambientali nel suo ufficio, Cozzani parla con il direttore dell’Agenzia sanitaria Filippo Ansaldi e gli chiede di mandargli i dati delle «coperture vaccinali che abbiamo mandato improvvidamente a Figliuolo». E Ansaldi replica «ah quel calcolo altissimo ». Interviene Barbara Rebesco, altra dirigente Alisa che spiega: «Ho parlato con uno scagnozzo di Figliuolo e mi ha detto che noi Regione abbiamo mandato dei dati non allineati… dobbiamo diciamo riconciliare ». Con un altro interlocutore entrato nella stanza, Cozzani discute e scherza sulla difficoltà di avere i vaccini e chiarisce cosa è accaduto con Toti: «Il problema qual è stato… che io avevo già truccato, lui li ha presi, cosa è accaduto li ha riaumentati, quando me li ha rimandati gli ho scritto “ma cazzo pres, ma sono fuori” e lui ha detto “ma li ho un po’ aumentati” e io “ma l’avevo già fatto io” e cazzo dimmelo che l’hai già fatto te, aspetta un secondo” .. vabbè”. Entrambi sono indagati per falso.