Il neo presidente a Molinari: “Voglio un istituto fruibile, veloce, affidabile. E i conti sono sostenibili” Il sottosegretario Durigon annuncia il meccanismo di uscita anticipata, ma con il ricalcolo contributivo. Istituzioni e gestori a confronto sulle sfide del welfare nel nostro Paese
MILANO — Una App per le pensioni come quella della banca. Una smart tv con le informazioni pensionistiche per gli anziani. Un tour in scuole e università per spiegare ai giovani perché il futuro previdenziale conta. Un portale per la disabilità. È la nuova Inps guidata dal neo presidente Gabriele Fava, raccontata ieri nell’intervista del direttore di Repubblica Maurizio Molinari all’evento organizzato da Affari&Finanza a Milano sulla previdenza. «Sarà un Inps al servizio dei cittadini: fruibile, veloce, affidabile», dice Fava.
Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, annuncia poi la riforma delle pensioni: «Nella prossima manovra porteremo Quota 41 con il ricalcolo contributivo al posto di Quota 103: è sostenibile, è l’anno giusto per farla, ha forza e gambe per durare un decennio. Speriamo poi di rinnovare Opzione donna e Ape sociale. Studiamo incentivi per rimanere al lavoro, in alcune professioni come quelle mediche. E interverremo ancora sull’indicizzazione degli assegni: non è giusto dare la stessa inflazione a tutti, meglio sostenere le pensioni basse».
«L’Inps oggi è un Istituto che funziona e i suoi conti sono sostenibili», dice il presidente Fava, insediato alla guida di Inps «da due settimane, ma operativo solo da quattro giorni ». «Vorrei portare l’Istituto vicino a tutti, semplificando le procedure e il sito che deve essere intuitivo e facile. Gli algoritmi dell’intelligenza artificiale ci aiuteranno a rendere i dati sempre più certi. Vogliamo passare da un welfare difensivo a un welfare generativo». Un punto importante per Fava: «Significa seguire il cittadino lungo tutto il ciclo di vita, tra politiche passive e attive».
La prima scommessa di Inps èl’App che alla fine ci dirà quando andremo in pensione e con quanto. Una sorta di «pensionometro», spiega Fava. «Come l’App della banca. Sono fiducioso e ottimista, ci arriveremo presto: i tempi non sono lunghi, i dati ci sono tutti e ci lavorerà l’intera tecnostruttura di Inps, abbiamo grandi professionalità interne e ilpiù grande database d’Europa. Ho già incontrato tutti i direttori». Assieme all’App, l’altra idea è una smart tv per gli anziani «per vedere da casa lo stato pensionistico e la sua evoluzione: servono strumenti facili e diretti».
I giovani saranno al centro dell’attenzione di Inps. «Faremo un roadshow tra scuole e università», annuncia Fava. «Neanche io quando ho iniziato a lavorare pensavo alla pensione. Ma ho due figli e mi preoccupo del loro futuro e di quello di tutti i giovani. L’educazione previdenziale è fondamentale, occorre maturare presto una consapevolezza, prima che sia tardi». Fava rivela di aver già contattato la ministra per la disabilità Alessandra Locatelli: «Dovremo gestire 250 milioni per la disabilità e stiamo lavorando a un portale unico. Inps deve garantire i diritti di tutti, soprattutto i più vulnerabili come giovani, donne, disabili, nuovi italiani».
Attenzione che anche Claudio Durigon, sottosegretario leghista al Lavoro, promette di avere. Nei confronti delle donne, dopo il «vulnus» di Opzione donna quasi cancellata.«Ma speriamo di prorogarla». E anche dei giovani, visto che ci dovrebbe essere un ripensamento del governo sulla soglia di accesso alla pensione anticipata dei Millennials, salita nell’ultima manovra da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale. «Ci stiamo lavorando. Puntiamo anche a permettere il cumulo con la rendita dei fondi complementari per arrivare ad uscire a 64 anni con 20 di contributi. Ma il ruolo dei fondi deve essere previdenziale, devono arricchire la pensione futura e non permettere anticipi per altri scopi che rendono le pensioni povere».
Per Durigon «la legge Fornero deve essere rivista ancora in molti punti ». Ammette che abrogarla non era fattibile: «Difficile trovare le coperture. Qualcosa si è fatto, con Quota 100. Qualche altra cosa si farà». Il sistema previdenziale italiano «regge: l’Inps è in avanzo di 14 miliardi, l’occupazione aumenta e così i contributi». Una riforma delle pensioni«non è per sempre, chi lo pensa sbaglia: al massimo dura dieci anni».
Repubblica