Il Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha risposto ad un’interrogazione presentata dal deputato di Italia Viva, Fabrizio Benzoni, sul tema della diffusione della Peste Suina Africana e sulle preoccupazioni crescenti per le ripercussioni sulla filiera nazionale suinicola. Facendo notare che altri Paesi, come Belgio, Lussemburgo e Francia sono riusciti a contenere l’espansione della malattia seguendo protocolli molto rigidi, ha chiesto quali sono le azioni previste dal Governo rispetto a recinzioni, abbattimenti selettivi e misure di biosicurezza.
Il Ministro Lollobrigida nella sua risposta ha sottolineato le azioni disposte dalla nomina del Commissario Caputo in poi, principalemte l’imposizione di elevati standard di biosicurezza alle imprese e l’azione di depopolamento dei cinghiali, principali vettori del virus in Italia.
Su questo ultimo punto, ha sottolineato il Ministro, “scegliemmo di impattare rispetto ad una visione iper ambientalista, che impediva di constatare su base scientifica che la presenza di cinghiali in Italia supera di 7 volte la media europea e che, quindi, era insostenibile dal punto di vista della gestione ordinaria all’interno di un ecosistema complesso”.
Lollobrigida ha quindi evidenziato le risorse impegnate: “3,5 milioni di euro in dotazione per sostenere l’azione delle Regioni, che fanno fanno la gran parte, anzi, quasi tutto quello che diventa azione sia di de-popolamento, sia di sostegno per la biosicurezza. Abbiamo stanziato fondi per aiutare le Regioni, non le vogliamo lasciare sole, anzi, vogliamo lavorare in termini corali, come abbiamo fatto fino adesso. Ci sono 15 milioni per questi interventi e 25 milioni in favore delle aziende suinicole danneggiate, perché ovviamente desertificare il sistema non avrebbe per noi alcun senso”.
Ha poi proseguito il Ministro: “Abbiamo nominato tre subcommissari; uno a coordinare le forze militari, perché abbiamo chiesto l’intervento dell’Esercito per coadiuvare le regioni nell’azione di abbattimento; abbiamo incaricato come vice commissario il dottor Filippini, che è stato il responsabile dell’eradicazione dalla Sardegna della peste suina africana e, quindi, lo consideriamo un esperto di carattere indiscusso; e il dottor Chiari, che è il direttore dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna. Abbiamo avuto la possibilità, insieme a loro, di implementare non solo le risorse, ma un’azione che, però, e chiudo su questo, per quello che ci interessa e che lei ha sottolineato, garantisca di evitare il blocco dell’export, un danno inimmaginabile in termini economici”.
Non si è dichiarato soddisfatto l’interrogante, che nella sua replica ha fatto notare che le azioni di intervento sono arrivate in ritardo e che tante aziende hanno dovuto fare interventi e installare recinzioni a proprie spese. “Dobbiamo agire in maniera più decisa – ha detto Benzoni – . Oggi, tutto quello che abbiamo messo in campo non è sufficiente e, soprattutto, non possiamo abbandonare le aziende ad investimenti che debbono fare da sole senza l’aiuto dello Stato e delle regioni e senza l’aiuto del sistema sanitario regionale, che non ha veterinari e non ha le forze per procedere agli abbattimenti, così come meriterebbe. Quindi, speriamo di non doverla reinterrogare nelle prossime settimane per una situazione che, invece che migliorare, andrà a peggiorare”.