È arrivato il via libera della commissione Bilancio della Camera al decreto Pnrr, atteso lunedì in Aula a Montecitorio. Tra gli emendamenti approvati, c’è stato l’ok anche al superamento dei limiti di spesa oggi vigenti per assumere medici e professionisti sanitari e sociosanitari con contratti di lavoro subordinato a tempo determinato o con contratti flessibili. Previsti, dunque, nuovi criteri per le assunzioni a tempo indeterminato negli enti del Ssn e per la valorizzazione del personale. Cambiano anche i limiti assunzionali per le Aziende ospedaliero universitarie. Viene superata la necessità di una consultazione preventiva del garante della privacy per l’avvio progetti di ricerca sanitaria.
“Soddisfazione” da parte della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri per l’emendamento. ”Accogliamo con favore – dichiara il presidente Fnomceo, Filippo Anelli – questo provvedimento, che rappresenta un primo importante passo verso l’eliminazione, auspicata dal ministro della salute Orazio Schillaci e sostenuta dal Governo, degli anacronistici tetti di spesa per le assunzioni di personale. Ora si dia finalmente il via a un piano che apporti al Servizio sanitario nazionale un incremento del capitale umano coerente con le esigenze di salute dei cittadini”.
Anche Anaao Assomed plaude al provvedimento, “in particolare all’abolizione del vincolo dei 18 mesi come durata massima del rapporto di lavoro di uno specializzando in una struttura extra rete formativa, ovvero in ospedali che non rientrano in convenzioni già stipulate dalle università. Provvedimento che porta alla completa liberalizzazione per l’assunzione dei giovani colleghi rafforzando le disposizioni del decreto Calabria”, dichiara Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed. “Questo provvedimento – continua – apre le porte alla partecipazione incondizionata di almeno 15mila specializzandi degli ultimi due anni ai concorsi. Considerando che attualmente la carenza stimata di medici è di circa 30mila, questo provvedimento può rappresentare uno dei modi concreti per combattere la carenza di personale e i medici gettonisti, ma solo se l’opera verrà completata con un ddl che contrattualizza in maniera definitiva tutti gli specializzandi aumentando così la qualità formativa”. “Ora – avverte il leader sindacale – occorre però agire sui tempi e la burocrazia dei concorso, ancora troppo lunghi e vetusti: se si velocizzassero i tempi per i concorsi, infatti, si potrebbe pensare all’arrivo di questa boccata d’ossigeno rappresentata dagli specializzandi già entro l’anno”. “Ora – afferma – bisogna procedere per completare l’opera e ci auguriamo che anche un ulteriore emendamento riguardante sempre gli specializzandi venga approvato a breve”.
“Con il compimento dei primi 20 anni del blocco del tetto di spesa sul personale sanitario si inizia ad intravedere una apertura del Governo dettata da una doppia esigenza: adeguare gli organici aziendali falcidiati dalla grande fuga dagli ospedali e ridurre drasticamente il fenomeno dei gettonisti, e come federazione CIMO-FESMED, aggiungiamo anche il fenomeno dei medici stranieri. Il primo segnale concreto giunge dal superamento del limite, ad oggi vigente, pari al 50% della spesa sostenuta nel 2009, limite che impediva l’assunzione di medici e professionisti sanitari e sociosanitari con contratti di lavoro subordinato a tempo determinato anche attraverso convenzioni o contratti di collaborazione coordinata e continuativa, o di formazione lavoro”. A dichiararlo è Guido Quici, presidente del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED”. “Certamente – prosegue Quici – un primo importante passo che assicura maggiori opportunità ai medici specializzandi, limitando il ricorso ai gettonisti proprio attraverso il parziale superamento del tetto di spesa del 2009. Tuttavia, si corre il rischio di aumentare il precariato allungando ulteriormente i tempi per l’assunzione stabile di medici e sanitari. La vera necessità, quindi, sta nel garantire stabilità agli organici ma il pericolo nasce dal fatto che il richiamo all’art. 11 del DL 35/19 sembra riferirsi al finanziamento statale da ‘spendere’ sulla base degli indirizzi regionali e in coerenza con i piani triennali dei fabbisogni di personale. Pertanto, la sperimentazione AGENAS rappresenta il vero ‘banco di prova’ attraverso cui si potrà finalmente comprendere se il Governo ha intenzione o meno di investire in sanità e nei suoi professionisti”. “In sintesi – conclude il presidente Quici – ‘buona la prima’, se strettamente limitata al vero sbocco del tetto di spesa entro il corrente anno, ma grande attenzione al ‘famigerato’ algoritmo AGENAS che auspichiamo venga elaborato con una visione non involutiva del nostro SSN. Il Governo deve dare ampie assicurazioni che con lo sblocco del tetto di spesa i posti vacanti non verranno occupati da precari”.
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