Il caso è stato sollevato in un’interrogazione a risposta immediata in commissione Affari sociali alla Camera il sottosegretario alla Salute ha precisato di non aver ancora ricevuto risposta
Specializzandi del terzo anno utilizzati in sala operatoria, senza la prevista presenza del tutor, al fine di fare fronte alla carenza di anestesisti in ospedali della regione Campania. Il caso è stato sollevato in un’interrogazione a risposta immediata in commissione Affari sociali alla Camera alla quale ha risposto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, che ha precisato di aver chiesto chiarimenti alla Regione sul caso ma di non aver ancora ricevuto risposta. “Purtroppo – ha affermato il sottosegretario – la Regione Campania, nonostante la richiesta effettuata, non ha fatto pervenire alcuna informazione riguardo al caso specifico sollevato. Sarà mia cura, pertanto, fornire le informazioni in merito ai fatti esposti non appena avrò acquisito dettagliate ed esaurienti notizie dalla Regione Campania”. Gemmato ha quindi ricordato, in riferimento all’impiego degli specializzandi negli ospedali, come “con l’intento di rendere il Ssn maggiormente attrattivo per i giovani professionisti e assicurarne un rapido inserimento nel mondo del lavoro, la Legge di bilancio del 2019 consente ai medici in formazione specialistica di poter accedere, a partire dal secondo anno del corso, alle procedure concorsuali per l’accesso alla dirigenza del ruolo sanitario e di poter essere assunti dalle aziende ed enti del Ssn, con contratto a tempo determinato e con orario a tempo parziale in ragione delle esigenze formative degli stessi”. Devono svolgere, si precisa, “attività assistenziali coerenti con il livello di competenze e di autonomia raggiunto e correlato all’ordinamento didattico di corso”. Gemmato ha inoltre sottolineato che la norma prevede che un tutor “nel corso dell’incarico stabilisce, sulla base delle competenze acquisite dallo specializzando, le attività assistenziali che lo specializzando può via via svolgere in autonomia, ferma restando la necessità per il tutor di intervenire tempestivamente in caso di necessità”. La circostanza che lo specializzando possa essere assunto dalle aziende del Ssn, rileva ancora, “non fa venir meno la necessità di proseguire la formazione specialistica, potendo svolgere attività assistenziali coerenti con il livello di formazione e sotto le direttive di un tutor” ed “in nessun caso – conclude – l’attività del medico in formazione specialistica è sostitutiva del personale di ruolo”.
La Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (Siaarti) definisce molto grave l’accaduto, se i fatti saranno confermati. Se questi casi fossero confermati, sottolinea all’ANSA il presidente Siaarti Antonino Giarratano, “sarebbe molto grave, sia sotto il profilo della sicurezza dei pazienti sia per possibili risvolti medico-legali”. La Siaarti, precisa il presidente, “è assolutamente favorevole all’impiego congruo ed in sicurezza degli specializzandi anestesisti negli ospedali, ma bisogna garantire appunto condizioni di sicurezza e la presenza del tutor in sala operatoria è obbligatoria. In caso di complicanze, infatti, il tutor è pronto ad intervenire e ciò è fondamentale – conclude – per effettuare in sicurezza le procedure”.