Lo studio, incentrato sui dati epidemiologici e sanitari registrati nel Comune di Lonigo, tra i più esposti alla contaminazione da PFOA nella falda acquifera, associa l’esposizione degli abitanti al PFOA, con un eccesso su base quinquennale dell’incidenza del tumore testicolare in base ai dati aggiornati al 2016, rispetto alla media della Regione Veneto.
Lo studio va a rafforzare le evidenze epidemiologiche alla base della recente classificazione del PFOA come sostanza cancerogena da parte dello IARC
“Il PFOA è cancerogeno per l’uomo (Gruppo 1), sulla base di prove sufficienti di cancro negli animali da esperimento e di forti prove meccanicistiche (di alterazioni epigenetiche e immunosoppressione) negli esseri umani esposti. C’erano anche prove limitate di cancro negli esseri umani (carcinoma a cellule renali e cancro ai testicoli) e forti prove meccanicistiche nelle cellule primarie umane e nei sistemi sperimentali (per alterazioni epigenetiche e immunosoppressione, nonché molte altre caratteristiche chiave degli agenti cancerogeni)”.
Il lavoro, indipendente, non finanziato dalla Regione Veneto, evidenzia tra l’altro la necessità di raccogliere i dati sanitari ai fini epidemiologici ambientali, non solo su base di macro-aggregazione su base comunale, ma ad esempio su base di condivisione delle stesse sorgenti di esposizione. Le falde acquifere contaminate e le abitudini alimentari non seguono infatti i confini geografici politici. Dopotutto, questa è stata la critica mossa dagli epidemiologi al piano di campionamento degli alimenti, basato troppo genericamente sul colore delle aree contaminate da PFOA e non su una preventiva individuazione delle sorgenti di contaminazione, pressioni, e vulnerabilità sul territorio.
Tale end-point tossicologico non appare essere stato evidenziato dagli studi della Regione Veneto, né sottolineato come approfondimento dall’Istituto Superiore di Sanità, che recentemente si è pronunciato positivamente sulle iniziative messe in atto dalla Regione, con cui ha una collaborazione scientifica in convenzione.
Lo studio di fatto conferma le osservazioni già presenti in USA Ohio, il famoso caso C8, dove esposizioni di almeno 10 anni al PFOA, associabili a livelli ematici > 100 ng/ml sono stati associati a tumore ai testicoli.
Va quindi considerata la presa in carico della popolazione esposta per screening oncologici al rene e ai testicoli, nonché valutazioni epidemiologiche non basate su macro aggregazioni, come peraltro già esperito per la “terra dei fuochi” in Campania.
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