Ora chi si iscrive all’Aire perde il diritto di ricevere gratis le cure del Ssn
È una proposta di legge depositata in commissione Sanità e Affari sociali della Camera, targata Fratelli d’Italia, il cui contenuto potrebbe essere fatto proprio dal governo, ed entrare così in un decreto legge. L’idea è quella di consentire ai sei milioni di italiani residenti all’estero e iscritti all’Aire, l’Anagrafe dei connazionali residenti all’estero, di mantenere il diritto all’assistenza sanitaria italiana – cosa che attualmente perdono nel momento in cui si registrano all’Anagrafe -, versando un contributo annuale.
La soluzione consentirebbe di “fare cassa” anche se alla fine molto dipenderà da quanti di quei sei milioni – il numero viene fuori dall’ultimo Rapporto Italiani nel mondo 2023 della Fondazione Migrantes – decideranno di aderire. Se la proposta di legge arriverà a meta, e al di là del riscontro che alla fine registrerà, la fiche degli italiani all’estero sulla sanità pubblica garantirà una boccata d’ossigeno per i conti pubblici, in un contesto in cui, con le regole del nuovo Patto di stabilità, la coperta delle risorse da destinare alla prossima legge di Bilancio rischia di farsi ancora più corta, e nel momento in cui la Corte dei conti ha messo sotto la lente il decreto Pnrr in quanto la rimodulazione dei fondi, hanno sottolineato i magistrati contabili, riduce l’ammontare complessivo delle risorse destinabili alla sanità.
La somma da versare nelle casse dello Stato per accedere alle prestazioni a carico del Ssn sarà determinata da un Dpcm, che dovrà vedere la luce entro 90 giorni dall’entrata in vigore della nuova norma. Un tavolo tecnico al Mef si è riunito venerdì per definire l’ammontare, ma la fumata bianca ancora non c’è. «Poiché il costo di un paziente italiano in Italia è, stando ai dati Istat, di 3mila euro l’anno – spiega il deputato di Fdi Andrea Di Giuseppe, firmatario con i colleghi di partito Almici, Colombo, Iaia e Maiorano della proposta di legge -, e poiché si presume
che queste persone si recherebbero in ospedale solo in casi eccezionali, è alquanto probabile che l’importo sarà di 1.500 euro l’anno, 200 euro in più, 200 euro in meno». Un precedente è quello dell’ultima legge di Bilancio varata dal governo Meloni, che ha previsto l’innalzamento da 387 a 2mila euro annui del contributo di iscrizione al Ssn dovuto dagli stranieri soggiornanti in Italia per più di tre mesi e che non hanno diritto all’iscrizione obbligatoria.
Se, osserva ancora il deputato di Fdi, in un’ipotesi limite tutti i sei milioni di italiani residenti all’estero e iscritti all’Aire dovessero decidere di aderire a questa soluzione e versare 1.500 euro, «nelle casse dello Stato entrerebbero ogni anno 8,9 miliardi, ovvero il 31% circa dei 28 stanziati con la manovra 2024 e il decreto legislativo che avvia la riforma fiscale». Il deputato di Fdi è convinto che «questa legge farà emergere i due terzi in più di italiani che oggi sono residenti stabilmente fuori dall’Italia, e che non si sono iscritti all’Anagrafe in quanto se lo avessero fatto avrebbero perso la tessera sanitaria. Chiunque viva permanentemente all’estero – ricorda Di Giuseppe – è obbligato per legge a iscriversi all’Aire. Attualmente, ci sono persone che vivono e versano tasse all’estero, non contribuiscono in nessun modo a livello fiscale e usano l’assistenza sanitaria in Italia, pesando sulle casse dello Stato. Con questa iniziativa – conclude Di Giuseppe -, possiamo finalmente avere dati reali sugli italiani nel mondo e far pagare allo Stato quanto dovuto, recuperando risorse economiche ingenti». La parola passa ora all’Italia fuori dai confini nazionali. La partita sui conti pubblici si gioca anche in trasferta.
Il Sole 24 Ore