Aziende sanitarie, 14 posizioni aperte: giochi (quasi) fatti per i ruoli di vertice. Conferme a Treviso e nel Veneziano
Le candidature per un posto da direttore generale nella sanità veneta erano arrivate a una settantina per 14 posizioni aperte a sostituire gli uscenti nominati a febbraio 2021, in piena pandemia. I giochi sono (quasi) fatti.
Per l’ufficializzazione delle nomine si parla della prossima settimana ma sono ancora tre le caselle, tutt’altro che semplici, da chiudere: Verona, Vicenza e Belluno, quest’ultima attualmente coperta ad interim da Giuseppe Dal Ben, attuale dg dell’Azienda ospedaliera di Padova. Le altre, però, sarebbero già tutte chiuse. Maria Giuseppina Bonavina è data in partenza da Vicenza per la direzione dell’Istituto Oncologico Veneto. Carlo Bramezza, dopo la travagliata direzione dell’usl 7 a Bassano per le ben note vicende, finite in tribunale con Giovanni Jannacopulos, editore di Medianordest, è dato in partenza verso Azienda Zero. Patrizia Simionato, attuale direttore generale dell’Usl polesana lo sostituirebbe a Bassano.
Gli altri incastri
Spostandoci a ovest, il dg dell’Usl scaligera, Pietro Girardi, prenderebbe il timone a Rovigo. Patrizia Benini, attuale dg dello Iov, invece, approderebbe al Sant’Antonio, sempre a Padova. Pare non ci sia in vista nessun nuovo incarico, invece, per l’attuale dg dell’Usl 6, Paolo Fortuna. Gli incarichi restanti sarebbero, infine, tutti confermati: Giuseppe Dal Ben all’Azienda ospedaliera di Padova, Francesco Benazzi all’Usl della Marca trevigiana, Edgardo Contato all’Usl Serenissima e Mauro Filippi all’Usl del Veneto Orientale. Roberto Toniolo, attuale dg di Azienda Zero sarebbe assegnato al trevigiano Arsenal, il Centro veneto di ricerca e innovazione per la sanità digitale, il luogo in cui sono nati fascicolo sanitario digitale e l’app Sanità km Zero.
Due anni di «anticipo»
I manager della sanità veneta in scadenza erano stati annunciati a febbraio ma nominati ufficialmente il primo marzo 2021. L’aspettativa, per tutti, era diversa: si sperava in cinque anni. La legge prevede sì tre anni di contratto prorogabili, però, per altri due anni. Un meccanismo che, in passato, è sempre scattato. A complicare il quadro è stata la prematura scomparsa della dottoressa Maria Grazia Carraro, dg dell’Usl 1 Dolomiti (sostituita attualmente da Dal Ben). Anche per procedere con la sola nomina di un direttore generale in caso di decesso le procedure sarebbero state le stesse. Un bando pubblico e una selezione di nomi ammissibili come spiega la norma del 2016: si deve attingere da un «elenco nazionale di idonei» aggiornato ogni due anni. L’iter, quindi, è dovuto ripartire da capo dato che i precedenti elenchi non erano più validi. Il risultato è un domino con poche conferme e molti «traslochi».
Martina Zambon – Il Corriere del Veneto