Il Sole 24 Ore. In là con gli anni, insufficienti soprattutto sul territorio, sempre più tentati dal privato o addirittura dalla fuga all’estero. È il ritratto dei medici italiani che emerge dall’ultima fotografia scattata nei giorni scorsi dall’Istituto Nazionale di Statistica in relazione ai diversi disegni di legge sull’accesso ai corsi di laurea in Medicina.
Il fenomeno è stato più volte segnalato anche dai sindacati medici, che hanno previsto che a causa della cosiddetta gobba pensionistica circa 40mila professionisti lasceranno la professione solo nel triennio 2023-2025. Il presidente della Fnomceo Filippo Anelli ricorda infatti come oggi in Italia c’è un 20-30% in più di medici rispetto alle condizioni ordinarie che va in pensione ma questo squilibrio si esaurirà nel giro di 5-6 anni. «Perché tra 10 anni in Italia – spiega Anelli – ci saranno poco più di 6mila medici che andranno in pensione, rientrando così, sostanzialmente in una fascia di normalità rispetto all’eccessivo numero di professionisti che oggi hanno un’età maggiore in confronto alla media europea».
Insomma l’emergenza carenza medici colpisce gli ospedali in questo momento e lo farà ancora per qualche anno. Per questo non mancano iniziative di ogni tipo per riempire questi vuoti a partire dal nuovo tentativo in Parlamento per portare l’età pensionabile dei camici bianchi a 72 anni: da domani dovrebbe partire l’esame degli emendamenti al decreto milleproroghe e tra quelli segnalati c’è anche una modifica a firma di Luciano Ciocchetti (Fdi) che prevede appunto fino al 2025 la possibilità per dirigenti medici e sanitari di restare in servizio su base volontaria fino a 72 anni con un ruolo di formazione e tutoraggio del personale più giovane, ma rinunciando agli incarichi dirigenziali come quello da primario. Il via libera è in salita viste anche le critiche dei sindacati medici, ma la maggioranza sembra intenzionata a non mollare e non si esclude una riformulazione da parte del Governo. È invece ormai sicuro il via libera allo scudo penale per il personale sanitario che interviene sulla colpa medica: i camici bianchi saranno punibili penalmente solo per colpa grave. Resterà invece sempre possibile avanzare richieste di risarcimento in sede civile.