La notizia anticipata dal Gazzettino di un caso di positività di peste suina in regione è stata confermata ieri dai Carabinieri del Nucleo antisofisticazione sanità del Nas. Si tratta del caso di un alimento contaminato in Friuli Venezia Giulia e riguarda un pezzo di carne importato. La scoperta si deve a un controllo eseguito nel comune di Udine nei giorni scorsi in una rivendita di alimenti etnica.
Allarme peste suina
Dopo aver fatto analizzare un campione, effettuato dal personale della Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale Asufc, di un prodotto a base di carne suina, il risultato è stato di positività. A quanto pare il prodotto sarebbe di origine cinese, ma come ha spiegato bene l’assessore regionale Stefano Zannier, non avrebbe dovuto essere presente in Italia e in Europa.
L’allarme, già alto a fronte del fatto che nei giorni scorsi il virus era stato individuato su un prodotto simile in Veneto, si è ulteriormente intensificato per evitare in tutti i modi possibili che il virus si possa estendere negli allevamenti di suini presenti in regione. Sarebbe un disastro dal punto di vista economico, perchè anche in presenza di un solo caso si dovrebbero abbattere tutti i capi.
Proprio a fronte del fatto che la peste suina già da tempo è in circolo in alcune regioni italiane, gli allevamenti sono in bio sicurezza già da tempo, proprio per evitare l’insorgere di focolai. Chi entra deve farlo con le tute bianche e i calzari e lasciare i mezzi di trasporto a una distanza di sicurezza. Il numero di allevamenti di maiali più significativo della regione si trova proprio in provincia di Pordenone. Fortunatamente in tutta l’area regionale non ci sono mai stati focolai, ma l’attenzione è massima. Non a caso sono scattati ulteriori controlli da parte di tutti i Servizi veterinari della Regione che con i tecnici dello zooprofilattico stanno entrando in tutti gli allevamenti a fare ulteriori controlli. Ma all’orizzonte c’è un altro problema e riguarda gli alimenti scartati che vengono gettati nei cestini, soprattutto nelle zone industriali più distanti dal centro città, dove parcheggiano i camionisti che arrivano dall’Est Europa dove si sono sviluppati i focolai più importanti
Potenziati anche i prelievi per le verifiche fatte sui cinghiali. Anche su questo fronte sino ad ora tutto è risultato negativo, ma la presenza in un alimento di scarsa qualità alimentare non fa ben sperare a fronte del fatto che potrebbero essercene anche altri. La giunta regionale ha approvato l’istituzione dell’organismo di prevenzione per coordinare le attività di monitoraggio della peste suina per segnalare ulteriori provvedimenti da adottare. L’unità di crisi è già al lavoro. L’allarme, come detto, è alto, ma i controlli continuano a dare esiti negativi.
Il Gazzettino