“Per affrontare un patogeno ignoto con un tasso altissimo di mortalità potrebbe essere necessario adottare misure restrittive che dovranno però essere emanate solo se strettamente indispensabili, rimanere eventualmente in vigore per il tempo strettamente necessario ed essere proporzionate sia alla probabilità sia all’entità dell’evento”. Il piano “è progettato per mobilitare ogni risorsa e azione necessaria, in proporzione alla gravità di un’eventuale emergenza, sempre con l’obiettivo supremo di preservare ciò che è più prezioso: la vita, la liberta e il benessere di ogni cittadino italiano”.
“Avrei voluto parlare di un documento ufficiale e non di bozze, ma per rispetto delle istituzioni, mi trovo a rispondere a frasi estrapolate da una bozza in continua evoluzione”. Così ha esordito oggi il ministro della Salute intervenuto oggi in aula al Senato per rispondere a due question time sul nuovo piano pandemico, attualmente al vaglio della Conferenza Stato Regioni, presentati da Elisa Pirro (M5S) e Claudio Borghi (Lega).
Il messaggio di fondo è stato il seguente: non solo il documento potrebbe essere rivisto e modificato in alcuni punti; ma le restrizioni presenti nel documento verrebbero messe in campo solo se “strettamente indispensabili”, per rimanere in vigore “il tempo strettamente necessario” ed essere proporzionate “sia alla probabilità sia all’entità dell’evento”.
L’obiettivo principale di questo Piano strategico, come spiegato dal ministro, “è quello di proteggere la salute e la sicurezza della popolazione garantendo il più possibile l’accesso alle cure mediche durante una improvvisa pandemia”. Come dicevamo, “il documento è ancora in fase di revisione sia attraverso riunioni con il Coordinamento tecnico della Commissione salute delle regioni sia attraverso revisioni interne e con i Ministeri coinvolti, anche al fine di adeguare il testo alle osservazioni legittime pervenute. Il documento rappresenta uno strumento di pianificazione per la fase interpandemica nonché uno strumento tecnico a supporto delle decisioni che potranno essere adottate ai diversi livelli amministrativi e legislativi e da diversi attori nelle fasi di allerta e risposta”.
“Voglio evidenziare che è un piano per la gestione emergenziale di patogeni potenzialmente ignoti e che descrive ed elenca gli strumenti attualmente disponibili di sanità pubblica che potranno essere applicati, in maniera graduata, in rapporto all’entità e la gravità dell’emergenza. La bozza del piano sottolinea l’importanza della collaborazione tra il Ministero della Salute, le autorità locali, le istituzioni sanitarie e la popolazione per affrontare efficacemente una pandemia. Grande importanza viene data alla comunicazione e all’informazione alla popolazione”, ha spiegato il ministro.
In merito al vincolo dei tetti di spesa sul personale, “stiamo lavorando al graduale sblocco e superamento degli stessi. È evidente che in caso di pandemia, al fine di garantire la sicurezza e l’assistenza alla popolazione, i tetti verranno riparametrati”, ha precisato Schillaci.
Quanto poi all’incognita relativa ai costi delle misure da realizzare per rendere operativo il piano: “Stiamo ovviamente procedendo alla quantificazione economica relativa al dettaglio dei costi derivanti dall’implementazione degli interventi descritti e all’illustrazione dei criteri di calcolo per la determinazione dell’importo stimato”.
Non sono mancata frecciatine sulla gestione del Covid dei precedenti governi. “Questo è un Piano che per la prima volta è aggiornato, puntuale e che si attiene scrupolosamente a criteri tecnico-scientifici e direttive internazionali. Questo Governo, rispetto a chi per anni ha fotocopiato un vecchio piano del 2006, prende decisioni con la consapevolezza delle proprie scelte”.
E poi, riguardo alle polemiche sulle restrizioni alle libertà individuali presenti nel documento, Schillaci ha precisato: “Sento in ogni caso, di dover precisare che per affrontare un patogeno ignoto con un tasso altissimo di mortalità potrebbe essere necessario adottare misure restrittive che dovranno però essere emanate solo se strettamente indispensabili, rimanere eventualmente in vigore per il tempo strettamente necessario ed essere proporzionate sia alla probabilità sia all’entità dell’evento. Rispetto alle modalità di assunzione delle decisioni in corso di pandemia, qualora non dovesse risultare sufficiente, per il governo complessivo della molteplicità di interessi e di settori incisi dall’emergenza sanitaria, la scelta di uno strumento legislativo, attraverso il coinvolgimento del Parlamento, appare il mezzo più idoneo per garantire l’unità di indirizzo dell’azione di governo e di bilanciamento dei molteplici interessi pubblici”.
“In conclusione – ha terminato il ministro – vorrei che consideraste questo Piano Pandemico come una strategia preventiva, che ora finalmente abbiamo, per la protezione della nostra comunità. È progettato per mobilitare ogni risorsa e azione necessaria, in proporzione alla gravità di un’eventuale emergenza, sempre con l’obiettivo supremo di preservare ciò che è più prezioso: la vita, la liberta e il benessere di ogni cittadino italiano”.
Giovanni Rodriquez – Quotidiano sanità