Pubblicata la Relazione sulla resistenza agli antimicrobici dei batteri zoonotici e commensali negli animali destinati alla produzione di alimenti e nelle carni derivate (2014-2021), La relazione, in linea con gli obiettivi definiti nel Piano Nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza (PNCAR) 2022-2025, è frutto della collaborazione tra il Ministero della Salute e il Centro di Referenza Nazionale per l’Antibioticoresistenza e National Reference Laboratory for Antimicrobial Resistance (CRN-NRL-AR) dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana.
Nel settore veterinario italiano, l’attività di monitoraggio dell’antibiotico-resistenza è attuata, dal 2014, sulla base della decisione 2013/652/UE, sostituita poi dalla decisione (UE) 2020/1729. In accordo a tale normativa, il Ministero della Salute (Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari e Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione), in collaborazione con il CRN-NRL-AR, emana annualmente un Piano di Monitoraggio Nazionale sulla resistenza agli antimicrobici (Piano AMR), che prevede l’esecuzione di test di sensibilità agli antibiotici su isolati batterici su provenienti da campioni rappresentativi (contenuto intestinale e carne fresca) della popolazione nazionale di polli da carne e tacchini da ingrasso negli anni pari (2014-2016-2018-2020), e di suini da ingrasso e bovini di età inferiore ai 12 mesi negli anni dispari (2015-2017-2019-2021).
La relazione, nel presentare i dati raccolti, a partire dal primo anno di attuazione del Piano AMR, evidenzia l’andamento temporale dell’antibiotico-resistenza, i risultati raggiunti come conseguenza delle misure messe in campo nel settore veterinario per contrastare il fenomeno e richiama l’attenzione su alcune problematiche ancora presenti e/o emergenti.
I dati, inoltre, dovrebbero essere letti congiuntamente ai dati di vendita dei medicinali veterinari contenenti sostanze antibiotiche.
Vediamo in sintesi alcuni dei tanti dati emersi dalla relazione.
- I dati prodotti dal piano di monitoraggio, basati su un disegno di studio rappresentativo a livello nazionale, hanno mostrato che rispetto alla media europea, in Italia la multiresistenza è diffusa in tutte le filiere con un’elevata proporzione di E. coli indicatori MDR e una bassa proporzione di isolati Fully Susceptible.
- Gli isolati di E. coli indicatore commensale hanno mostrato multiresistenza fino a 8 molecole, e in alcune filiere quali la filiera suinicola (2019) e bovina (2015) fino a 9 molecole.
- Nel tempo si è assistito a una diminuzione complessiva della multiresistenza e a un aumento della popolazione completamente suscettibile in E. coli indicatore commensale isolato da campioni di contenuto intestinale di animali da allevamenti sia di pollo da carne che di tacchino:
- Tra il 2016 e il 2020 si è verificata una riduzione significativa di E. coli indicatori MDR;
- Tra il 2016 e il 2020 si è verificato un incremento significativo della proporzione di isolati Fully Susceptible.
- Nella filiera del bovino <12 mesi e del suino i parametri di MDR e FS si mantengono abbastanza stabili nel tempo, non si evidenziano veri e propri trend nella distribuzione delle resistenze negli anni, tuttavia:
- Nel bovino <12 mesi, nel 2021 è stato registrato il valore più basso di MDR, e il valore più alto nella proporzione di FS (Batteri pienamente suscettibili: batteri sensibili nei confronti di tutte le molecole antibiotiche testate), seppure non siano variazioni significative rispetto al passato;
- Nel suino, nel 2021 sono state riportate variazioni significative, con riduzione di MDR e aumento della proporzione di isolati Fully Susceptible rispetto al 2019
E. coli produttore di ESBL/AmpC:
I batteri produttori di ESBL/AmpC e carbapenemasi, si legge nella Relazione, costituiscono un importante problema dal punto di vista sanitario globale. L’uso improprio di antibiotici appartenenti alla classe dei beta-lattamici ha determinato il rapido sviluppo di elevati livelli di resistenza nei confronti di queste molecole e un’ampia diffusione di agenti batterici produttori di ESBL/AmpC sia in campo umano che animale. Meccanismi di resistenza messi in atto prevalentemente da agenti batterici appartenenti alla famiglia delle Enterobacteriaceae (Escherichia coli, Enterobacter) che si trovano generalmente nell’intestino di uomini e animali sani, andando a costituire in tal modo un serbatoio di geni di resistenza. Gli animali possono sia costituire un reservoir di geni di resistenza trasferibili ad altri batteri tra cui batteri zoonosici, sia veicolare agenti batterici produttori di ESBL/AmpC all’uomo attraverso gli alimenti da essi derivati. Risulta, pertanto, fondamentale il loro monitoraggio e l’adozione di strategie che determinino una riduzione della loro prevalenza in ambito zootecnico.
I risultati in sintesi mostrano che:
- In Italia, sin dal 2014, tutte le filiere hanno mostrato un’elevata proporzione di E. coli produttore di ESBL/AmpC in confronto alla media europea.
- Gli isolati di E. coli produttore di ESBL/AmpC sono caratterizzati da livelli molto alti di resistenza verso quasi tutte le molecole testate e alti livelli di co-resistenza a molecole classificate di importanza critica nell’uomo.
- Nella filiera avicola, si è registrato a partire dal 2017 un calo considerevole della prevalenza della popolazione di E. coli ESBL/AmpC nei campioni analizzati. Tali risultati sono verosimilmente dovuti all’applicazione dei principi di uso prudente degli antibiotici nei processi produttivi, con riduzione complessiva dei quantitativi di antibiotici utilizzati lungo i cicli produttivi.
- Quadro stabile nel tempo della popolazione di E. coli ESBL/AmpC nella filiera del bovino <12 mesi e del suino da ingrasso, con persistenza di prevalenze più elevate rispetto alla media europea.
- Nel suino da ingrasso si registra una lieve diminuzione della prevalenza sia in campioni di contenuto intestinale che di carne nel 2021 rispetto al 2019.
16 gennaio 2024
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