La Federazione di oncologi, cardiologi ed ematologi punta il dito: «C’è chi a luglio aveva affermato che la pandemia era finita nei numeri». Situazione da incubo negli ospedali. Ma l’Iss minimizza
Mentre l’Istituto Superiore di Sanità minimizza gli effetti dell’ondata influenzale parlando di «casi gravi che fino a questo momento non presentano anomalie», oncologi, cardiologi ed ematologi vanno giù duro contro Governo e Regioni accusandoli di aver messi su «una campagna vaccinale assolutamente inadeguata contro Covid e influenza», causa «della situazione da incubo dei pronto soccorso e dell’assedio alle corsie degli ospedali». Punti di vista diametralmente opposti che la dicono lunga sullo stato confusionale con cui si sta affrontando in questi giorni la doppia ondata virale. Con la conseguenza che nei pronto soccorso a migliaia stazionano anche per uno o più giorni mentre negli studi dei medi di famiglia si fa la fila oltre il dovuto. Magari immagazzinando un altro po’ di virus nelle sempre più affollate sale d’attesa.
Influenza H1N1, due morti nel giro di poche ore: che cos’è, quali sono i sintomi e chi colpisce
A mettere il dito nella piaga è la Foce, la Federazione di oncologi, cardiologi ed ematologi. «Da diverse settimane -denunciano- si assiste al fenomeno dell’aggravarsi del caos nei nostri sistemi di emergenza. I Pronto Soccorso sono da incubo e le corsie ospedaliere sono ‘sotto assedio’, con molte centinaia di pazienti in attesa di trasferimento in reparti di degenza ordinaria o di terapia intensiva, tempi che possono durare anche diversi giorni. Addirittura, in alcune Regioni, i medici in ferie sono stati richiamati in servizio, per far fronte a questa nuova grave emergenza». Per i medici la colpa sarebbe di chi «a luglio aveva affermato che la pandemia da Covid era finita nei numeri». Ed ogni riferimento al Direttore della prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia, non è casuale.
«Nel 2023, da 40-50 decessi alla settimana nei mesi luglio e agosto si è passati a 150 morti a ottobre, a 290 a novembre, a 425 a fine dicembre per arrivare, nel 2024, a 371 in quest’ultima settimana» ricordano i medici di Foce. Che poi accusano: «abbiamo assistito a una totale rimozione del SARS-CoV-2, è come se il virus fosse stato dimenticato. Di conseguenza la campagna vaccinale è stata del tutto insoddisfacente». Dal suo inizio nel periodo autunno-inverno al 4 gennaio 2024, nel nostro Paese sono stati infatti vaccinati appena 1.927.035 cittadini; in particolare il 13,6% degli ultraottantenni, il 10,3% della fascia di età tra 70-79 anni e solo il 4,7% dei cittadini tra i 60-69 anni. «Le vaccinazioni -rimarca la Federazione- sono crollate da un picco, diciamo così, di 256 mila nella settimana dal 14 al 21 dicembre 2023, a 75 mila nella settimana successiva a solo 59 mila negli ultimi 7 giorni. Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia continuano ad essere le Regioni in cui si concentra la maggior parte delle dosi somministrate nell’ambito della campagna, mentre tutte le Regioni del Sud, Lazio, Marche e Abruzzo hanno prodotto numeri infimi».
Ad aggravare la situazione c’è poi l’ondata influenzale, «la peggiore degli ultimi 15 anni», sottolinea Fabrizio Pregliasco, Direttore sanitario del Galeazzi di Milano ed esperto dei virus respiratori che stanno impazzando al fianco di quelli influenzali veri e propri. In questo momento il ceppo prevalente, con il 60% dei casi tra quelli in circolazione è l’H1N1, erroneamente denominato «dell’influenza suina» e che ieri ha fatto registrare due vittime nel Paese. «In realtà», spiega sempre Pregliasco «non è un virus di origine animale adattatosi all’uomo ma un virus umano che è stato rimescolato con altri all’interno di un animale. E comunque su tratta di un virus che circola da anni e quindi ben conosciuto, tanto da essere coperto dall’attuale vaccino antinfluenzale».
Per questo, come raccomanda anche Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la società degli infettivologi, «è importane che anziani a fragili corrano a vaccinarsi contro l’influenza oltre che per proteggersi dal Covid, se non lo avessero già fatto». Anche perché l’H1N1 sarà anche una vecchia conoscenza, «ma su persone fragili e anziani ammalati può avere effetti pesanti fino a provocarne la morte», mette in guardia Pregliasco.
Se gli esperti continuano a far suonare il campanello di allarme una nota dell’Iss prova a gettare acqua sul fuoco. Riferendosi all’incidenza comunque classificata come «alta» delle sindromi para influenzali, l’Istituto precisa che «la situazione complessivamente rientra nell’alternarsi di intensità annuale delle stagioni di trasmissione dei virus respiratori, e anche il periodo in cui si è verificato il picco non presenta anomalie, ed è anzi in linea con quanto riportato da altri paesi europei». Parole che sembrano poco in sintonia con quelle di chi affronta i virus in ambulatori, corsie e pronto soccorso.
PAOLO RUSSO – LA STAMPA