Si aggrava il bilancio dei decessi per l’influenza in Veneto. Due uomini sono morti in pochi giorni all’ospedale San Bortolo di Vicenza per le conseguenze del virus A H1N1. I virologi invitano a «monitorare la situazione e a non sottovalutare questi due casi». A distanza di poche il decesso di un anziano padovano. a inizio stagione un altro paziente deceduto nell’Ulss 3. L’influenza H1N1 nella sua variante A continua a preoccupare i medici. Si monitorano le condizioni degli altri pazienti ricoverati. Le terapie intensive sono piene.
I casi vicentini, ricordiamo, riguardano due uomini di 47 e 55 anni che sono morti in questi giorni all’ospedale San Bortolo di Vicenza per influenza del tipo A H1N1. Erano entrambi ricoverati in gravi condizioni nel reparto di rianimazione e altri tre pazienti sarebbero ancora ricoverati per polmonite interstiziale, una patologia che provoca una grave forma di insufficienza respiratoria. A questi si aggiunge una giovane vittima: una bimba di soli 5 anni di Veggiano nel Padovano, morta lo scorso 4 gennaio nella Terapia intensiva dell’ospedale di Padova. Il corpicino della piccola non avrebbe retto all’attacco di quattro virus.
La situazione epidemiologica
A/H1N1 è un sottotipo di virus di influenza umana che contiene geni di virus aviari, suini e umani. Sulla attuale situazione epidemiologica determinata dai virus respiratori interviene l’Istituto superiore di sanità. “In base ai dati inviati ad oggi dalle Regioni/PA al sistema di sorveglianza RespVirNet, al momento l’incidenza delle sindromi simil influenzali in Italia è nella fascia di intensità ‘Alta’, ed è pari, secondo i dati dell’ultimo bollettino, a 17,5 casi per mille assistiti. A questa cifra, e alla conseguente pressione sui sistemi assistenziali, concorrono diversi virus respiratori, dall’influenza vera e propria al Sars-CoV-2 al virus respiratorio sinciziale (Rsv). Sebbene i livelli raggiunti nelle ultime settimane siano i più alti dall’inizio della sorveglianza la situazione complessivamente rientra nell’alternarsi di intensità annuale delle stagioni di trasmissione dei virus respiratori, e anche il periodo in cui si è verificato il picco non presenta anomalie, ed è anzi in linea con quanto riportato da altri paesi europei.
Al momento la quasi totalità dei casi positivi a influenza è dovuta a infezioni da virus A/H1N1pdm09. Questo ceppo è derivante da quello che ha causato la pandemia influenzale nel 2009/2010 ma è fra quelli normalmente circolanti nel mondo in questi ultimi anni, tanto che è tra quelli inseriti nel vaccino antinfluenzale. Si sottolinea pertanto l’importanza della vaccinazione specialmente per le categorie per cui è raccomandata.
“Per ora – precisano i tecnici della Direzione Prevenzione del Veneto – l’andamento risulta statisticamente sovrapponibile alle stagioni influenzali pre-pandemiche. I dati finora disponibili non indicano situazioni di eccezionalità rispetto al passato. Ad esempio, a fronte dei 3 decessi sinora registrati in questa stagione 2023-2024, la stagione con la mortalità più bassa è stata quella del 2010 con 17 decessi, quella con il maggior numero di morti è stata il 2019 con 61”. Per una corretta interpretazione del dato bisogna considerare che la mortalità può essere valutata solo a conclusione della stagione di circolazione del virus: allo stato attuale quella che viene riscontrata è legata ai pazienti con sindrome respiratorie acute gravi”.
La Direzione Prevenzione tiene anche a precisare che “non esiste, al momento, alcun nuovo caso di “influenza suina”, inteso come evento di passaggio di virus animale-uomo (spillover), – anche in riferimento ai casi segnalati nel vicentino – bensì contagi da virus H1N1, alla base della tipica ondata influenzale stagionale che sta coinvolgendo ampie porzioni di popolazione in tutto il Paese e in Europa. I dati finora disponibili non indicano situazioni di eccezionalità”.
L’influenza di questa stagione e’ caratterizzata dalla circolazione del virus H1N1 pdm09 (Pandemic disease Mexico 2009): si tratta del virus influenzale che circola in modo diffuso in tutte le stagioni influenzali dal 2009.
“Ogni anno – aggiungono i tecnici regionali – i virus respiratori determinano un aumento dei ricoveri e della mortalità nel periodo di circolazione; allo stato attuale e’ in linea con le stagioni influenzali del periodo pre pandemico. Il recente report dell’Oms conferma infatti che la mortalità è sovrapponibile a quella precedente al periodo della pandemia Covid. Rimane in ogni caso importante la sorveglianza attraverso i medici di medicina generale e pediatri e la sorveglianza ospedaliera”. Questo ceppo influenzale è contenuto nel vaccino, disponibile per i soggetti a rischio e per tutte le categorie indicate dal ministero.
I sintomi e il contagio
Per gli esseri umani, i sintomi dell’influenza dovuta al nuovo virus A/H1N1 sono simili a quelli della “classica” influenza stagionale: febbre, sintomi respiratori come tosse o naso che cola, male di gola, dolori fisici (in particolare, dolore muscolare), mal di testa, brividi, affaticamento, vomito o diarrea.
In alcuni casi, potrebbero verificarsi complicazioni gravi anche in persone infettate dal virus che generalmente sono considerate sane.
In genere le persone contraggono l’infezione influenzale di tipo A/H1N1 allo stesso modo in cui prendono l’influenza stagionale. Si diffonde da persona a persona tramite le goccioline contenute nello sternuto o nel colpo di tosse di una persona infetta. Indirettamente, quando le goccioline o altre secrezioni nasali o della gola, si depositano sulle mani o su altre superfici che vengono a contatto con la bocca o il naso di altre persone.
Report Oms, primo caso di variante nel 2023 nei Paesi Bassi
I virus dell’influenza A(H1) sono enzootici nelle popolazioni suine nella maggior parte delle regioni del mondo. Quando un virus influenzale che normalmente circola nei suini viene rilevato in una persona, viene chiamato “variante di virus influenzale”. H1N1, H1N2 e H3N2 sono i principali sottotipi di virus dell’influenza suina A nei suini e occasionalmente infettano l’uomo, di solito dopo esposizione diretta o indiretta a maiali o ambienti contaminati.
L’OMS ha segnalato nel 2023 il primo caso di variante H1N1 nei Paesi Bassi, il 28 agosto. I risultati del sequenziamento hanno rivelato che il virus, A/Netherlands/10534/2023, è un virus dell’influenza suina A(H1N1)v di tipo aviario eurasiatico clade 1C.2.2. Il segmento del genoma HA si raggruppava strettamente con i recenti virus dell’influenza suina clade 1C.2.2 del 2022 e del 2023 provenienti dai Paesi Bassi. Le indagini hanno riferito che l’individuo non ha lavorato in un allevamento di suini o in altre attività che coinvolgono suini e non lavora nel settore sanitario. Pertanto, non vi è alcuna indicazione chiara sulla fonte dell’infezione. Euro-report Oct23 OMS
Comunque, dato il potenziale zoonotico della malattia, particolare attenzione va posta sulla salute occupazionale delle persone coinvolte nell’allevamento e macellazione di suini.
Le prove di diffusione da persona a persona dei virus dell’influenza di origine suina (SIV) sono molto limitate e la maggior parte delle trasmissioni da suino a uomo sono state eventi epidemiologicamente senza uscita, ovvero le trasmissioni successive sono molto rare. Un’eccezione nota è il virus dell’influenza A(H1N1)pdm09. Sebbene questo virus sia probabilmente di origine suina, non è stato (ad oggi) rilevato nei suini prima della sua comparsa nell’uomo. Ciò potrebbe semplicemente riflettere il fatto che, come accennato in precedenza, in molte parti del mondo vi è un’assenza (o una presenza limitata) di programmi di sorveglianza per i SIV.
Le infezioni umane da influenza suina sono state rilevate sporadicamente (o almeno pubblicate in letteratura) dalla fine degli anni ’50. Questi risultati si sono verificati solitamente in persone con esposizione diretta e indiretta ai suini, ad esempio persone che lavoravano in allevamenti di suini, ecc. Eventi sporadici di trasmissione di virus dell’influenza suina all’uomo sono stati segnalati in Europa e sono descritti anche nei rapporti mensili sulle minacce trasmissibili (CDTR). come nei rapporti epidemiologici annuali sull’influenza zoonotica.
a cura redazione Sivemp Veneto