La Commissione europea propone di modificare lo status di protezione dei lupi da “rigorosamente protetti” a “protetti” sulla base di nuovi dati sull’aumento delle popolazioni e sul loro impatto. Questo cambiamento renderebbe più flessibile la gestione di questo predatore in Europa e ne permetterebbe la caccia ad alcune condizioni.
Le popolazioni di lupi sono aumentate notevolmente negli ultimi decenni nel territorio dell’UE e continuano ad occupare territori sempre più vasti. Si tratta di un successo in termini di conservazione che ha comportato però crescenti conflitti con le attività umane, in particolare per quanto riguarda i danni al bestiame. Parliamo di più di 20 000 lupi in 23 Stati membri dell’UE, e di oltre 3000 esemplari solo in Italia, come riporta l’ultimo rapporto pubblicato da ISPRA.
Per questo la Commissione europea ha presentato oggi una proposta per abbassare lo status internazionale di protezione del lupo, che passerebbe da “rigorosamente protetto” a “protetto”, chiedendo una modifica della Convenzione di Berna, accordo internazionale sulla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale di cui l’UE e i suoi Stati membri sono parte.
La modifica della Convenzione di Berna è infatti una condizione preliminare per qualsiasi modifica di status a livello dell’UE, nell’ambito della Direttiva Habitat.
Lo status di protezione di questo predatore è stato stabilito sulla base dei dati scientifici disponibili al momento dei negoziati della convenzione che sono avvenuti nel 1979. Da allora la situazione è profondamente cambiata, come riporta l’analisi effettuata dalla Commissione, pubblicata anch’essa oggi, su cui si è basata la proposta.
L’iter di modifica dello status di protezione è iniziato con l’approvazione a novembre 2022 da parte del Parlamento europeo di una risoluzione in cui richiedeva alla Commissione di modificare lo status di protezione di lupi e orsi per aiutare gli allevamenti e proteggere il bestiame. La Commissione aveva quindi avviato l’analisi, ora conclusa, per valutare la richiesta e a settembre 2023 aveva annunciato l’imminente decisione sullo status di protezione del lupo sulla base dei dati raccolti.
“Il ritorno dei lupi è una buona notizia per la biodiversità in Europa – ha dichiarato la Presidente Ursula von der Leyen – ma la concentrazione di branchi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale, soprattutto per il bestiame.“
“Parlando con gli agricoltori e le comunità rurali, capisco come il ritorno dei lupi abbia posto sfide significative in una serie di settori, in particolare per la pastorizia, in un contesto socioeconomico già difficile. – ha commentato Janusz Wojciechowski, Commissarioper l’Agricoltura – La proposta odierna tiene conto di queste sfide, sulla base di un’analisi approfondita di tutti i dati scientifici e tecnici disponibili.”
La caccia
Secondo la Convenzione di Berna e la direttiva Habitat dell’UE, se una specie è “protetta” (anziché “rigorosamente protetta”), la caccia può essere autorizzata tenendo conto della conservazione delle popolazioni. La caccia a tale specie deve essere però attentamente regolamentata dagli Stati membri, in quanto essi sono ancora tenuti a garantire il conseguimento e il mantenimento di uno stato di conservazione soddisfacente per le popolazioni nelle loro regioni biogeografiche.
L’appello della Commissione alle autorità locali
Nel frattempo, la Commissione continua a esortare le autorità locali e nazionali ad agire, ove necessario, come consentito dalle possibilità di deroga previste dalla legislazione vigente, e a utilizzare le opportunità di finanziamento disponibili per investire in misure di prevenzione e compensazione.
Prossime tappe
La proposta della Commissione dovrà ora essere approvata a maggioranza qualificata degli Stati membri in sede di Consiglio. Una volta adottata, sarà presentata dall’UE al comitato permanente della Convenzione di Berna nel corso della sua prossima riunione prevista per la fine del 2024. Tuttavia, se sarà ritenuto necessario, l’UE potrebbe richiedere una riunione precedente.