Lo sciopero di oggi nasce dalla delusione per la legge di bilancio che tradisce le aspettative sull’azione di questo Governo, ma si badi bene, non solo di quest’ultimo. Sono ormai almeno 15 anni che la sanità pubblica soffre per una programmazione che non tiene conto in modo adeguato delle necessità economiche, di personale, di strutture e di formazione.
Le motivazioni che hanno imposto la dolorosa scelta dello sciopero, estrema forma di protesta, sono molteplici:
- Insufficiente finanziamento della sanità pubblica
- Il mantenimento del tetto alle assunzioni di nuovo personale
- L’assenza di misure per stabilizzare i precari
- L’ennesimo sottofinanziamento del fondo sanitario nazionale
- Il mancato riconoscimento della specificità del lavoro dei professionisti
- Scarsi fondi per il prossimo CCNL
- Nessuna azione concreta per rimuovere l’iniquo differimento della restituzione del TFS/TFR ai pubblici dipendenti che vanno in quiescenza
- Modeste iniziative per limitare la fuga dal sistema della Sanità Pubblica
- Tentativi nemmeno mascherati di modificare in senso peggiorativo il sistema pensionistico solo per certe categorie
- Assenza di iniziative a tutela delle donne, futura maggioranza fra i sanitari
- Tutto questo testimonia la mancanza di volontà di ridurre la fuga dei professionisti del pubblico impiego nel SSN.
In Italia mancano 30.000 medici, 3500 nel Veneto, la carenza di personale colpisce le professioni sanitarie, in particolare nei settori meno appaganti dal punto di vista della conciliazione tra lavoro e vita privata, della valorizzazione economica, dove sono più alti i rischi, ormai anacronistici, inerenti le questioni medico legali e l’incolumità fisicadegli operatori. Questa situazione induce molti colleghi a lasciare il settore pubblico per quello privato o a lavorare oltre frontiera. Le roboanti promesse della campagna elettorale che prevedevano la cancellazione della Legge Fornero si sono rivelate vuote visto i tentativi di colpire le pensioni, con un minimo dietrofront foriero di nuove probabili insidiose minacce nel prossimo futuro.
Il finanziamento pubblico del SSN negli anni si è assottigliato (a favore del privato) così come la remunerazione dei nostri operatori che era ed è tra le più basse d’Europa.
Riteniamo sia giunto il momento di concepire ed attuare un vero grande progetto di rivalutazione e riorganizzazione del SSN con risorse adeguate a soddisfare la domanda in crescita per l’invecchiamento della popolazione e per la continua e crescenteinnovazione tecnologica in campo sanitario.
Se il SSN dà risposte inadeguate ai cittadini non è colpa dei sanitari, ma di chi nel corso degli anni non ha dato le risorse necessarie, ha sottovalutato le esigenze del personale e i bisogni crescenti di salute di una popolazione sempre più fragile.
Nemmeno il sacrificio durante la pandemia COVID ha modificato la tendenza a considerare la sanità pubblica più come un problema economico settoriale che una risorsa nazionale.
Lo sciopero coinvolgerà i settori nevralgici della sanità con ripercussioni sulle prestazioni mediche, veterinarie, sanitarie, le sale operatorie, gli ambulatori, gli esami radiologici e i laboratori. Le prestazioni urgenti saranno ovviamente garantite e i precettati saranno tanti, percentualmente tantissimi in alcuni settori, viste le note, croniche carenze di personale.
Ci attendiamo ed offriamo collaborazione alle strutture governative e amministrative di ogni livello, ma non indietreggeremo di fronte alla sottovalutazione della situazione, ormai pluriennale che ha determinato questo tempo drammatico.
La nostra protesta è una mobilitazione per la salvaguardia della Sanità Pubblica Nazionale.
AAROIEMAC Veneto, CISL Medici Veneto, FVM, FASSID Federazione AIPaC AUPI SIMet SiNaFo SNR
VENETO
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