Sui ritardi della campagna vaccinale non fa sconti al governo massimo Andreoni, direttore scientifico della società di malattie infettive e professore all’Università Tor Vergata di Roma.
Il ministero della Salute ha convocato oggi una cabina di regia sui vaccini. Ci si poteva muovere prima?
«La sensazione è che si cerchi di chiudere la stalla a buoi già scappati. Bisogna portare i vaccini negli studi dei medici senza pretendere che questi vadano a prenderseli da sé e occorre autorizzare le vaccinazioni anti covid anche in farmacia. E poi sarebbe bene incentivare l’uso di monoclonali e antivirali tra i fragili e i grandi anziani. Occorreva farlo prima, ma meglio tardi che mai».
Cosa pensa dell’idea di ripristinare gli open day?
«Tutto quello che rende più facile l’accesso alla vaccinazione va bene e gli open day vanno in questa direzione».
Basteranno?
«No. Bisognerà fare una campagna di comunicazione finalizzata a sensibilizzare non solo i cittadini ma anche i medici di famiglia, indispensabili al successo della campagna».
In troppi finora hanno lanciato messaggi fuorvianti?
«Purtroppo si. Si è voluto banalizzare a tutti i costi una malattia che è meno pericolosa di prima ma banale non è, tanto da aver fatto 8.500 morti da inizio anno, mentre con la media di oltre 40 decessi al giorno dell’ultima settimana saremmo a quasi il doppio di quelli che fa l’influenza. Non si possono più sentire frasi del tipo “muoiono solo gli ultraottantenni”. Andatelo a dire a chi li piange».
Perché anziani e fragili si sono tenuti lontani dal vaccino?
«Un pò di stanchezza vaccinale c’è ed era prevedibile. Ma questa disaffezione è anche frutto di grossolani errori di comunicazione. Invece di voler rassicurare ad ogni costo bisognava dire che si, il Covid è meno pericoloso di una volta, ma può ancora far male ad anziani e fragili se non vaccinati».
Secondo l’ Ocse la copertura contro morte e ricoveri crolla dopo tre mesi. Anziani e fragili dovrebbero vaccinarsi quattro volte l’anno?
«Quattro no ma due si, calcolando che in alcuni periodi dell’anno di virus ne circola meno e può essere sufficiente l’immunità cellulare che in parte conserviamo. Come società scientifiche di infettivologia e virologia lo avevamo già detto da tempo che per i più a rischio servivano somministrazioni semestrali. Ma si è preferito lanciare altri messaggi. Anche se ora abbiamo dei vaccini proteici adiuvati che sembrano proteggere più a lungo».
A cosa si riferisce?
«Al vaccino Novavax, quello che piace di più ai No vax che senza motivo hanno paura dell’Rna messaggero. Verrà approvato a breve dall’Aifa e potrà aiutare la campagna».
Il ministero pensa di acquistare anche quello di Moderna. Non si rischia di aumentare lo spreco?
«Sì e ci si poteva pensare prima a non acquistare solo Pfizer. Noi lo avevamo suggerito a settembre di diversificare l’offerta. Molti che hanno fatto Moderna ora vogliono fare il richiamo con lo stesso prodotto, quindi per non perdere per strada questa fetta di popolazione sarà bene usarlo».
E dell’uso di mascherine e tamponi che dice?
«Usare le mascherine in ospedali, rsa e se si è fragili o a contatto con persone a rischio è un atto di civiltà al di là del fatto che circoli o meno il Covid. E i tamponi vanno fatti quando ci sono i sintomi che riconducono a questo. Smettiamo di demonizzarli, come se parlare di Covid fosse diventato un peccato». —
La Stampa