Il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) ha stimato un bilancio annuo di oltre 35.000 decessi, in Unione Europea (UE), Islanda e Norvegia, a causa di infezioni resistenti agli antibiotici.
Per fronteggiare questo problema di sanità pubblica, il 13 giugno 2023 è stata accolta la raccomandazione del Consiglio che adotta l’approccio One Health in materia di salute.
Tale raccomandazione definisce cinque obiettivi, da conseguire entro il 2030, fissati sulla base di un quadro facente riferimento al 2019.
Gli obiettivi includono ridurre il consumo generale di antibiotici, in particolare di gruppi di antibiotici specifici, e cercare di diminuire le infezioni causate da agenti patogeni resistenti a diversi antibiotici.
I target proposti rappresentano strumenti pratici per monitorare i progressi e raggiungere gli obiettivi di prevenzione e riduzione dell’antimicrobico resistenza. Offrono inoltre elementi chiari e misurabili, adattati sia UE che ai singoli Stati Membri tenendo conto della loro situazione individuale.
Gli obiettivi raccomandati per l’UE entro il 2030 sono i seguenti:
- Riduzione del 5% dell’incidenza di infezioni da Klebsiella pneumoniae resistenti ai carbapenemi.
- Diminuzione del 15% dell’incidenza delle infezioni da Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA).
- Riduzione del 10% dell’incidenza delle infezioni da Escherichia coli resistente alle cefalosporine di terza generazione.
- Diminuzione del 20% del consumo generale di antibiotici nell’uomo.
- Garantire che almeno il 65% del consumo totale di antibiotici nell’uomo rientri nel gruppo “Access”, come definito dalla classificazione AWaRE dell’OMS.
Ad oggi risulta ci siano stati miglioramenti in due aree: l’incidenza totale di infezioni da Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA) è diminuita del 12,2% tra il 2019 e il 2022, ed è vicina all’obiettivo di riduzione del 15%. Allo stesso modo, le infezioni causate da Escherichia coli resistente alle cefalosporine di terza generazione sono diminuite del 16,8%, superando l’obiettivo del 10%. Tali miglioramenti indicano senz’altro progressi nel fronteggiare la resistenza antimicrobica all’interno dell’UE.
Complessivamente, il consumo di antibiotici negli esseri umani (unendo i settori comunitario e ospedaliero) ha registrato una diminuzione del 2,5% tra il 2019 e il 2022, indicando un progresso graduale verso l’obiettivo di riduzione del 20% entro il 2030. Tuttavia, dopo significative diminuzioni nel 2020 e nel 2021, il consumo è aumentato di nuovo nel 2022, suggerendo che ora i livelli di consumo legati ai virus respiratori invernali, ai contatti sociali, alle abitudini igieniche e alle prescrizioni degli antibiotici dei medici siano simili a quelli pre-COVID-19.
Solo nove Stati Membri dell’UE hanno raggiunto o superato l’obiettivo del 65% di consumo di antibiotici dal gruppo “Access”, collocando l’UE al 59,8%. Gli antibiotici di questo gruppo sono raccomandati come prima scelta contro le infezioni comuni, visto il loro basso contributo all’emergenza della resistenza antimicrobica; per questo motivo sono necessari continui sforzi per allineare i modelli di consumo con l’obiettivo raccomandato.
L’ECDC sottolinea la necessità di interventi e azioni più incisivi in vari settori quali l’uso misurato di antibiotici, la prevenzione e il controllo delle infezioni, la ricerca e l’innovazione, la sorveglianza della resistenza e del consumo di antimicrobici, e l’attuazione dei piani d’azione nazionali One Health.
Raggiungere gli obiettivi 2030 è una responsabilità urgente e collettiva.
Fonte: ECDC