Un palcoscenico mondiale per lanciare la fatwa sovranista contro la carne sintetica. Dubai, primo giorno di lavori della Cop28, la conferenza annuale delle Nazioni Unite sul clima che quest’anno ha riunito nella megalopoli futurista degli Emirati Arabi 150 capi di Stato e di governo: Giorgia Meloni prende la parola intervenendo al panel «Transforming Food Systems in the face of Climate Change» per rimarcare la scelta del suo governo contro la carne coltivata che invece l’Unione europea intende regolamentare: “Vogliamo alimenti sani per tutti e non produrre alimenti in laboratorio, magari andando verso un mondo in cui i ricchi possono mangiare alimenti naturali e i poveri cibi sintetici, con un impatto sulla salute che non possiamo prevedere”. Questo, sottolinea la premier, «non è il mondo che voglio vedere».
Tornando alla Cop 28, Meloni difende il sistema alimentare italiano, «tra i più avanzati e rinomati nel mondo», la dieta mediterranea e gli allevamenti che Fratelli d’Italia, a braccetto con Coldiretti, vuole proteggere dal mercato che si aprirà quando la commercializzazione della carne sintetica si diffonderà su larga scala.
La destra italiana è pronta a ingaggiare un braccio di ferro con Bruxelles. Due settimane fa è stata approvata la legge, sostenuta dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che vieta la produzione e la vendita della carne coltivata. Oggi il Quirinale ha fatto informalmente sapere di non aver ancora dato il via libera al provvedimento perché il governo non ha inviato la notifica all’Ue, nonostante l’annuncio di Lollobrigida dello scorso 16 novembre. Questione di correttezza delle procedure, perché il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che pure ha perplessità sul testo, da quanto filtra dal Colle non intende opporsi alla legge ma chiede il corretto rispetto delle relazioni europee. Proprio in queste ore la commissaria europea per il Mercato Interno Johanna Bernsel ha fatto sapere di aver “appena ricevuto una nuova notifica”. Adesso servirà tempo per analizzare e dare una risposta su un disegno di legge italiano che potrebbe entrare in contrasto con la futura normativa della Ue.
Nella sua prima mattina al vertice sul clima di Dubai, Meloni ha anche rivelato la cifra – 100 milioni – che l’Italia stanzierà per il “Fondo per le perdite e i danni” che la Cop28 adotterà per compensare l’impatto dei cambiamenti climatici sulle nazioni più povere e in via di sviluppo.