“La fuga dei primari? C’è perché li mettiamo sotto a lavorare. Quelli che non hanno coraggio e non hanno un’etica, se ne vanno. D’altronde che alternativa avevamo? O li obbligavamo o si restava con le liste d’attesa. Certo è più comodo andare nel privato a prendere 6mila, 7mila euro e non avere il problema di garantire le guardie, il presidio di Vittorio Veneto, le liste di attesa. Questa è la verità”. Le pesanti affermazioni di Francesco Benazzi, Dg dell’Ulss 2, nel corso del consiglio comunale sulla sanità di lunedì scorso a Vittorio Veneto, hanno suscitato l’immediata reazione dei sindacati di categoria che hanno chiesto un incontro urgente con il Dg. La fuga di medici dall’Ulss della Marca Trevigiana è imponente, e rappresenta il probabile indicatore di un clima di disagio: negli ultimi tre anni ha lasciato l’incarico un numero di professionisti superiore a quello dei nuovi ingressi. E le dimissioni non riguardano solo i medici, ma anche il personale del comparto (tecnici e infermieri) di diversi reparti ospedalieri e anche dei servizi del Dipartimento di prevenzione.
Piccato botta e risposta tra i medici ospedalieri e il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi. A indignare i medici le dichiarazioni pubbliche fatte dal manager durante l’ultimo consiglio comunale di Vittorio Veneto. «Più comodo andare nel privato e non avere problemi», ha dichiarato il dg, «la fuga dei primari è perché li mettiamo sotto a lavorare, e chi non ha coraggio ed etica se ne va». La critica ai numerosi professionisti che lasciano la sanità pubblica non è passata inosservata, tanto che ieri i sindacati di categoria hanno diramato una nota chiedendo un incontro urgente con Benazzi.
«Le motivazioni comuni che spingono molti medici, anche primari, ad abbandonare il sistema pubblico sono molteplici e non banalizzabili, a partire dallo scarso riconoscimento del proprio operato quotidiano. È inaccettabile che venga screditata una categoria di ex eroi, accusandola di non voler lavorare o di avere scarso senso etico», affermano congiuntamente i sindacati dei sanitari Aaroi, Anaao-Assomed, Aupi Fassid, Cgil medici, Grd. “Le organizzazioni sindacali, che conoscono benissimo le condizioni dei colleghi medici e la loro pressione spesso estrema, si sono più volte proposte per collaborare nella ricerca di soluzioni che rendano più attrattivo e sicuro il lavoro nel sistema sanitario pubblico. Chiediamo al Direttore Generale un incontro urgente di chiarimento e dirimente di una situazione che necessita di un approccio diverso e condiviso per risolvere una situazione che potrebbe accentuare ancora di più il divario tra la Direzione e i Medici della Ulss 2».
La fuga dei camici bianchi è un fenomeno ormai strutturale, come dimostrano i numeri comunicati dalla stessa azienda sanitaria sull’andamento negli ultimi tre anni all’interno dell’Ulss 2. Hanno lasciato l’incarico 200 medici a fronte di 192 nuovi ingressi nel 2021, mentre quest’anno i cessati stimati sono complessivamente 169 a fronte di 150 nuovi specialisti inseriti. Nel 2020 gli addii sono stati 217 a fronte di 226 new entry, e nel 2022 in tutto 181 dimissioni e 190 nuovi contrattualizzati. Tra cui sono compresi gli assunti a tempo determinato che non vanno a integrare gli organici in modo stabile.
Dopo il polverone sollevato in consiglio comunale, il dg Benazzi ha cercato di aggiustare il tiro con un’apertura ai medici: «Massima apertura, incontrerò le rappresentanze sindacali dei medici già questa settimana per chiarire le posizioni».
«I nostri medici sono due volte eroi, per quanto hanno fatto durante il Covid e per la scelta di rimanere nel sistema pubblico, nonostante le lusinghe del privato. Quando ho parlato di dilemma etico mi riferivo alla possibilità di intraprendere due differenti strade: restare nel pubblico nonostante stanchezza, guardie, notti e liste d’attesa, e la possibilità di andare via». «Ero stanco – aggiunge – ho detto una cosa sopra le righe, mi scuso ma sono andato oltre e non volevo strumentalizzare la cosa, incontrerò presto le organizzazioni sindacali per spiegare che quella esposta è un’interpretazione sbagliata. Voglio quindi ringraziare tutti coloro che stanno lavorando con impegno per abbattere le liste d’attesa».
info tratte da Treviso today e La Tribuna di Treviso