Nei giorni scorsi, la sezione di Aosta dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta (Izsplv) ha confermato la presenza nella Regione di “diversi casi di cimurro o malattia di Carré, con isolamento del virus, in volpi in parte rinvenute morte e in parte soppresse in quanto defedate e con sintomi clinici della malattia”. Tutti i soggetti esaminati sono però risultati esenti dalla rabbia silvestre, secondo quanto riportato dall’Istituto.
“La diagnosi dimostra che la malattia è presente sul territorio regionale sin dall’inizio dell’autunno, ma la sua estensione è ancora in via di definizione, in quanto sono ancora in corso degli esami così come l’indagine epidemiologica” ha annunciato l’Assessorato regionale della Sanità, Salute e Politiche sociali. “È importante ricordare che il cimurro è una malattia che non colpisce l’uomo, ma i carnivori selvatici e domestici, e in essi si diffonde per contatto diretto o attraverso le escrezioni urinarie e fecali o le ciotole e il cibo di cani infetti”.
La malattia
Il cimurro è un virus la cui trasmissione avviene per contatto diretto e i cui esiti sono mortali in un elevato numero di casi. La malattia colpisce prevalentemente i cani in giovane età, ma anche volpi, lupi e altre specie di carnivori, e si manifesta con problemi al sistema nervoso – con possibilità di paresi – oppure con complicazioni respiratorie. È possibile che il cane infettato dal virus non riesca più a fare rientro presso la propria abitazione.
È una malattia che non va sottovalutata e che può portare a conseguenze gravissime se contratta dall’animale domestico” continua la Regione. “L’unico modo per evitare al cane questa dolorosa patologia è la vaccinazione preventiva. Per questa ragione, si consiglia a tutti i pet mate di controllare lo stato vaccinale del proprio animale e provvedere eventualmente alla vaccinazione, a discrezione del medico veterinario curante, in modo da escludere la possibilità di contagio”.
Le raccomandazioni della Regione
L’amministrazione regionale invita anche “chiunque notasse i sintomi descritti nei carnivori selvatici, che si avvicinano alle case con perdita dell’abituale senso di diffidenza” di segnalare i casi alla stazione forestale più vicina. I medici veterinari che facessero diagnosi di tale patologia sono altresì invitati a darne comunicazione alla struttura di sanità animale del dipartimento di prevenzione dell’Azienda Usl.
La situazione nel dettaglio
Nel dettaglio, il virus è stato individuato 23 animali selvatici: 17 esemplari di volpe, tre di tasso e tre di faina. I casi sono diffusi in tutta la media e alta Valle, nella Valtournenche e nella val d’Ayas. I comuni interessati (raggruppati per zona) sono Courmayeur; Cogne; Saint-Pierre; Allein, Doues, Ollomont, Valpelline e Roisan; Sarre, Aosta, Saint-Christophe, Pollein, Quart e Saint-Marcel; Châtillon, Saint-Vincent e Montjovet; Valtournenche, Antey-Saint-André e La Magdeleine; Ayas, Brusson e Challand-Saint-Victor. Si tratta di esemplari adulti (otto volpi, tre tassi e tre faine), quattro volpi subadulte e cinque volpi giovani.