Repubblica. Inizia a bussare alle porte degli ospedali. Non da solo ma insieme a sindromi respiratorie stagionali, tra le quali l’influenza: «Sì, il Covid è in crescita graduale e costante nei nostri reparti». A parlare è Fabio De Iaco, il presidente di Simeu, la società scientifica dell’emergenza, primario a Torino. I casi stanno aumentando, a un ritmo del 20-30% alla settimana e capita sempre più spesso che i malati finiscano nei pronto soccorso.
Del resto secondo Fiaso, la federazione di Asl e ospedali, i ricoveri sono cresciuti del 31% in una settimana. «In questo momento inizia a crescere la pressione — aggiunge De Iaco — anche perché c’è un po’ di Covid ma ci sono anche altre infezioni respiratorie, tra le quali l’influenza vera e propria. Dipende anche dall’abbassamento delle temperature e il fenomeno si osserva soprattutto al Nord. Tra l’altro quando arriva una persona infettata dal coronavirus in ospedale c’è ancora il problema dell’isolamento, che provoca anche difficoltà organizzative, riducendoi posti disponibili nelle strutture». Bisogna sempre specificare che il Covid non è più la malattia della pandemia, perché provoca casi meno gravi. Però per i fragili, anziani epersone con patologia può essere pericoloso. Per questo anche De Iaco invita le persone a rischio a vaccinarsi. Purtroppo però la campagna di quest’anno sta andando molto male. In tutto il Paese sono stati fatti appena 850 mila vaccini, che sono serviti a coprire solo il 4% degli over 60. L’anno scorso ne erano stati fatti 6 milioni (comunque la metà degli antinfluenzali). Ieri la Lombardia, la Regione che ha i dati miglioriinsieme a Toscana e Emilia-Romagna, ha comunicato i numeri del 25 novembre, quando è stato organizzato un “open day”. «Abbiamo fatto 10 mila somministrazioni — ha spiegato l’assessore alla Salute Guido Bertolaso — siamo a circa metà delle adesioni per questa tipologia di vaccinazione rispetto allo scorso anno e dobbiamo ricordarci che la situazione è molto diversa: è trascorso molto più tempo rispetto all’ultima grande partecipazione alle vaccinazioni, avvenuta nel 2021, con un conseguente calo della copertura anticorpale nella popolazione». Le scarse adesioni non sonolegate solo al fatto che il virus faccia molta meno paura ma anche alla scarsa organizzazione di certeRegioni, dove per i cittadini talvolta non è facile vaccinarsi.
Mentre in Italia si ricomincia a parlare di Covid, viene osservato con attenzione quello che sta accadendo in Cina, dove si stanno registrando molte polmoniti, soprattutto tra i bambini. Il responsabile sarebbe un batterio noto e diffuso in certi periodi anche da noi, il mycoplasma pneumonia, che ha ricominciato a circolare dopo che il coronavirus si è ritirato dal Paese orientale. Lo stesso microrganismo avrebbe portato anche a un aumento del 36% delle polmoniti negli under 15 in Francia. In Italia per adesso, sottolineano dal ministero alla Salute e confermano dagli ospedali pediatrici, non si osserva un numero di casi superiore alla media.