Il Covid continua a correre. Salgono i contagi (nell’ultima settimana c’è stata un’impennata dei casi del 28%) mentre è sempre più conclamato il flop della campagna vaccinale. I virologi, intanto, avvertono: «È necessario vaccinare le persone più fragili». Anche perché la variante Omicron, ormai dominante, ha generato una sorta di sottoceppo, la HV.1, che, a sua volta, ha prodotto le ultime varianti Eris e EG.5, definite dagli esperti «particolarmente forti».
Finora gli effetti del Covid sono passati quasi inosservati, provocando effetti lievi associabili ad un raffreddore. Le ultime, invece, hanno effetti più seri sulla salute e destano nei medici maggiori preoccupazioni. La variante HV.1 rappresenta circa un quarto di tutti i casi negli Stati Uniti. Queste varianti, come Eris ed EG.5, mostrano somiglianze con Omicron ma, secondo quanto sostengono gli esperti Matthew Binnicker e il dottor William Schaffner, interpellati dall’Express «presentano mutazioni che le rendono più contagiose».
I sintomi ai quali prestare attenzione
A cosa dobbiamo prestare attenzione? Se ci accorgiamo di avere questi otto sintomi è molto probabile che abbiamo contratto il virus. Ecco quali sono: mal di gola, tosse, congestione o soffocamento, rinorrea (il classico naso che cola), dolori muscolari, senso di affaticamento generale, febbre e brividi, mal di testa. Anche se non sono più obbligatori i test e l’isolamento, il servizio sanitario nazionale del Regno Unito ha consigliato ai cittadini di restare comunque a casa in caso di sintomi o di risultato positivo al Covid, evitando il contatto con gli altri.
L’impennata di casi
I nuovi casi di Covid-19 riprendono a salire. Nell’ultima settimana si è registrato un aumento del 28,1% rispetto alla scorsa settimana per un totale di 34.319 nuove infezioni. Cresce anche il numero di decessi: sono stati 192, con un incremento del 17,8% rispetto alla settimana precedente. In lieve risalita anche l’occupazione dei posti letto negli ospedali, così come l’indice Rt che raggiunge lo 0,93, restando ancora sotto la soglia epidemica di 1. I dati dell’ultimo montaggio settimanale del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità sembrano non destare particolari preoccupazione, alla luce di una situazione sotto controllo negli ospedali, ma l’invito è alla cautela. «I numeri, ancorché sostanzialmente stabili negli indici più significativi e cioè l’impatto sulle strutture ospedaliere, determinano la necessità di un maggior impegno da parte di tutte le Regioni sia sul piano della comunicazione che della organizzazione della vaccinazione in difesa dei più fragili» ha affermato il direttore generale della Prevenzione Sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia che circa 10 giorni fa aveva proprio sollecitato le Regioni a spingere il piede sull’acceleratore delle vaccinazioni anti-Covid. Queste infatti non decollano: fino a ora sono state somministrate in Italia 669.935 dosi di vaccino anti-Covid Comirnaty XBB 1.5 e la popolazione over 60 risulta aver ricevuto 572.228 dosi, con una copertura vaccinale pari al 3,12%.
I numeri regione per regione
Le Regioni che hanno raggiunto i più alti tassi di vaccinazioni degli over 60 sono la Valle d’Aosta (8%), la Toscana (7,6%), l’Emilia Romagna (7%) e la Lombardia (6%); le ultime sono Abruzzo (0%), Basilicata (0,011%) e Sicilia (0,046%). Il report mostra intanto una ripresa dei contagi, con l’incidenza passata dai 46 casi per 100 mila abitanti della scorsa settimana ai 58 degli ultimi 7 giorni. Tra le Regioni, è il Veneto quella in cui si registrano i tassi più alti (130 casi per 100.000 abitanti), seguito da Piemonte (96) e Lombardia (93). Mentre tra le fasce di età, la più colpita è quella degli ultranovantenni (132 casi ogni 100 mila). L’aumento della circolazione del virus emerge anche dai dati sulla positività ai tamponi: 224.522 quelli eseguiti nell’ultima settimana con una variazione di +13,5% rispetto alla settimana precedente (197.818). Il tasso di positività è stato del 15,3% con una variazione di +1,7% rispetto alla settimana precedente (13,5%). La variante maggioritaria continua a essere EG.5 (Eris), che è responsabile di circa la metà dei contagi. Quanto alla mortalità, gli ultranovantenni sono la fascia della popolazione in cui si registra il maggior tasso di decessi (44 ogni 100 mila), mentre non si contano morti sotto i 50 anni. Per quel che concerne la pressione sul servizio sanitario, l’occupazione dei posti letto in area medica resta limitata, pari al 6,7% (4.167 ricoverati), in aumento rispetto alla settimana precedente quando era al 5,9%. In leggero aumento anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva: è pari all’1,4% (122 ricoverati) rispetto all’1,2% della scorsa settimana.
La Stampa