Il Sole 24 Ore sanita. «Si incrementa il livello del finanziamento del Fabbisogno sanitario standard per un importo di 3 miliardi nel 2024, di 4 mld per il 2025 e di 4,2 mld a decorrere dal 2026. Ciò comporta che le risorse a disposizione del Ssn continueranno a crescere nel tempo con un finanziamento di 134 mld nel 2024, di 135,4 mld nel 2025 e 135,7 mld nel 2026. Le maggiori risorse saranno destinate in primo luogo al rinnovo del contratto per il personale della dirigenza medica e sanitaria e del comparto sanitario per il triennio 2022-2024. Accanto a questo si interviene per cercare di risolvere il problema dell’allungamento dei tempi e delle liste d’attesa per visite e cure specialistiche, che affligge il nostro sistema da molti anni ed è sensibilmente peggiorato nel corso della crisi pandemia e che ha determinato un arretrato di prestazioni senza precedenti». Questo il contenuto generale riassunto dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in occasione dell’audizione sulla manovra davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. «I dati presentati lo scorso maggio dall’Istat nel quadro dell’indagine conoscitiva sulle forme integrative di previdenza e assistenza sanitaria mostrano che oltre alle motivazioni economiche, le lunghe liste d’attesa rappresentano il motivo più frequente di rinuncia alle prestazioni sanitarie. La loro riduzione è una priorità del Governo che ritiene assolutamente necessario garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini».
Incentivi e tetti allargati contro le liste d’attesa. Per realizzare questo obiettivo, ha spiegato Giorgetti, si introducono misure tra loro complementari: «in primo luogo si incentiva il personale a lavorare di più attraverso l’incremento delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive che per i medici passano da 60 a 100 euro mentre per gli infermieri raddoppiano passando da 30 a 60 euro. In secondo luogo si introducono alcune misure in favore delle Regioni: queste potranno contribuire allo smaltimento delle liste d’attesa utilizzando fino allo 0,4% del livello di finanziamento indistinto del fabbisogno standard per il 2024. A questo si aggiunge l’innalzamento del tetto di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie da strutture sanitarie private convenzionate che consentirà alle Regioni di incrementare tale tipologia di spesa dell’1% nel 2024, del 3% nel 2025 e del 4% a decorrere dal 2026».
Stop a utilizzi parziali dei fondi. È necessario lavorare insieme alle Regioni per aumentare l’efficienza complessiva del Ssn – ha rilevato il ministro dell’Economia -. Alzare il rendimento istituzionale per riuscire a sfruttare tutte le risorse a disposizione ed evitare che possano ripetersi utilizzi parziali come quelli evidenziati dalla Corte dei conti nel rapporto sulla Finanza pubblica 2022. Proprio a tal fine nei prossimi mesi continueremo il confronto con tutti i soggetti coinvolti per razionalizzare anche le spese regionali che si connotano per vistose e clamorose differenze», ha avvisato Giorgetti.
Pensioni medici problema aperto. Quanto al capitolo pensioni, «una tendenza c’è ed è che si va verso il sistema contributivo sulle pensioni anticipate – ha detto Giorgetti -. La pensione anticipata rispetto a quella di vecchiaia dovrebbe in qualche modo ricondursi all’ammontare dei contributi versati specialmente nel momento in cui questo permette il cumulo del reddito». Nello specifico nell’articolo 33 sui medici, «vedremo come dare una risposta perché evidentemente è un problema che noi ci poniamo», ha affermato il titolare del Mef.
Legittimo scioperare. «I sindacati hanno totale legittimità a scioperare, andare in piazza è una cosa che ho fatto sin da piccolo, però quello di cui non ci si può accusare è di essere un Governo che non abbia a cuore gli interessi dei lavoratori dipendenti a minor reddito. Questa critica proprio no. L’unica parte espansiva della manovra che ha generato tagli di spesa significativi in altri comparti per finanziarla è proprio questa», ha detto Giorgetti rispondendo alle domande in audizione al Senato.
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