Anche il presidente del Senato La Russa e il ministro della Giustizia Nordio appoggiano la richiesta di modifica del codice penale. Brambilla: «Lo chiedono milioni di italiani, non possono restare senza risposta»
«Da quattro legislature porto avanti questo proposito. È il momento giusto, ora ci sono le condizioni. Milioni di italiani sono della stessa opinione. La politica deve dare una risposta, la più efficace e meditata possibile, per stroncare un fenomeno in espansione», si appella alle forze parlamentari Brambilla. Il presidente della commissione Giustizia della Camera Ciro Maschio ci aggiorna sullo stato dei lavori. Diverse proposte di legge sul tema sono già state «incardinate». Si sta cercando di accelerare i tempi unificando i testi e abbinandoli in base ai contenuti senza mettere troppa carne sul fuoco in modo poi che la stesura finale possa avere un percorso agevole.
Alla presentazione della nuova iniziativa, sostenuta da un nutrito schieramento bipartisan, c’era anche il guardasigilli Carlo Nordio, orgoglioso coinquilino di due micioni ribattezzati Rufus e Romeo Leonetto: «Chi è crudele con gli animali lo diventerà anche con le persone», lega i due crimini Nordio rifacendosi a noti fatti di cronaca. E aggiunge: «In una società che invecchia e sviluppa solitudini coatte dobbiamo tutelare quelli che spesso sono gli unici compagni di persone sole. È fondamentale che il codice penale si occupi di loro». Certo, nessuno si illude che il delinquente si vada a leggere il codice penale prima di passare all’azione però prevedere punizioni pesanti è un segnale.
Non è una sorpresa ascoltare quanto piaccia ai «padroni» parlare dei loro quasi-figli. Michaela Biancofiore si sarebbe volentieri presentata a palazzo Madama affiancata dal suo cagnetto. «L’unico dolore che ci infliggono — si intristisce il ministro della Giustizia — è che per legge naturale se ne vanno prima di noi». La novità è che nelle proposte di modifica al codice penale i maltrattamenti vengono considerati delitti contro gli animali e non solo contro la sensibilità dei loro proprietari. In pratica sono direttamente loro i soggetti da tutelare. E questo dovrebbe valere anche per gli animali selvatici perché per La Russa «è sbagliato pensare solo alle specie domestiche. Uccidere un animale non è grave come uccidere una persona però ogni sofferenza inflitta deve avere una repressione da parte dello Stato».