Con 94 favorevoli, 64 contrari e nessun astenuto, il Senato approva il disegno di legge per l’istituzione di una commissione bicamerale d’inchiesta sulla gestione della pandemia. Il testo, modificato dalla commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, torna ora alla Camera per la terza e probabilmente ultima lettura. Vota con la maggioranza Italia viva, fra le forze politiche che sostenevano il governo Conte bis nel primo anno di emergenza sanitaria. La commissione, secondo il testo, avrà il compito «di accertare le misure adottate per prevenire, contrastare e contenere l’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del virus SARS-CoV-2 nel territorio nazionale e di valutarne la prontezza, l’efficacia e la resilienza, anche al fine di fare fronte a una possibile futura nuova pandemia di analoga portata e gravità».
«Non abbiamo nulla da nascondere», commenta il leader Cinquestelle Giuseppe Conte, allora presidente del Consiglio. «Sono andato a testa in alta in tribunale a rispondere delle ipotesi accusatorie – rivendica – e ne sono uscito a testa alta». Con una provocazione all’indirizzo del centrodestra: «Sarebbe ottima una commissione che potesse accertare come è stata gestita la sanità a livello regionale» e «chi ha avuto comportamenti anti-patriottici nel momento più duro della pandemia». Dario Franceschini, senatore Pd ed ex ministro della Cultura, accusa la maggioranza di aver creato un precedente «che permetterà a ogni governo di mettere sotto inchiesta il governo precedente per le proprie scelte politiche». La capogruppo di Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli rimanda le accuse al mittente: «Non vogliamo un plotone d’esecuzione né una inquisizione politica, perché noi di Forza Italia non faremo mai processi politici». Secondo la senatrice azzurra, «ci sono ancora molte pagine poco chiare su quello che è accaduto e pagine piene di omissis». Rincara la dose il capogruppo leghista Massimiliano Romeo: «Non capiamo perché l’opposizione pensi che si voglia la Commissione per processare membri del governo passato». Mentre il collega di partito Claudio Borghi, durante la discussione generale, dice: «Avere Roberto Speranza qua davanti per chiedergli quello a cui non ha ancora risposto sarebbe un motivo sufficiente per volere la commissione». Per FdI interviene il senatore Franco Zeffini: «La Commissione va istituita per capire cosa non ha funzionato e per non ripetere in futuro gli errori del passato».
Si beccano gli ex alleati Italia viva e Azione, costretti a un’ormai insopportabile convivenza nello stesso gruppo parlamentare, non ancora sciolto. «Vi sembra normale – chiede in aula il segretario di Iv Matteo Renzi – che la comunicazione istituzionale di Palazzo Chigi nel momento di massima tensione passasse dalla pagina personale del leader politico e non dai canali istituzionali?». A nome del partito di Carlo Calenda esprime il voto in dissenso il senatore Marco Lombardo: «In Senato si è svolto uno strumentale regolamento di conti: per questo abbiamo votato contro l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul Covid, voluta soltanto per vendetta politica». —
La Stampa