La favola del Servizio sanitario nazionale più povero ma anche più efficiente di tutti non regge più. Perché a furia di tagliare in fatto di aspettativa di vita scendiamo in un solo anno da un’invidiabile terzo posto al nono. Mentre sono elevatissimi i decessi causati dall’inquinamento e in fatto di spesa per la sanità siamo sempre più nei bassifondi della classifica, con un esborso procapite a parità di potere d’acquisto di 4.291 dollari, che sono meno dei 4.986 della media di tutti Paesi occidentali, ma che rappresentano appena la metà degli 8mila messi sul piatto dai tedeschi e un terzo in meno dei 6.630 dollari dei francesi. E ampiamente sotto gli standard siamo anche in fatto di dotazione sia di infermieri che di posti letto negli ospedali.
E’ la fotografia scattata dalla nuova edizione appena pubblicata di Health at a Glance dell’Ocse che ogni anno raccoglie statistiche economiche e medico sanitario dei paesi aderenti offrendo un panorama esaustivo della realtà dei loro servizi sanitari.
Dal 3° al 9° posto nella classifica dei più longevi. In quanto a speranza di vita l’Italia scivola al nono posto della classifica (eravamo terzi nella scorsa edizione) con una media di 82,7 anni, insieme al Lussemburgo, a fronte di una media Ocse di 80,3. Sopra l’Italia troviamo: Giappone (84,5), Svizzera (83,9), Corea (83,6), Australia (83,3), Spagna (83,3), Norvegia (83,2), Islanda (83,2) e Svezia (83,1).
Il tasso di mortalità evitabile vede invece l’Italia al settimo posto con 146 per 100.000 abitanti, ben al di sotto della media Ocse di 237. Fanno meglio dell’Italia: Svizzera (133), Giappone (134), Israele (141), Islanda (142), Corea (142) e Australia (144).
Fattori di rischio. Il fumo, il consumo di alcolici e l’obesità sono i tre principali fattori di rischio individuali per le malattie non trasmissibili, che contribuiscono a un’ampia quota di decessi a livello mondiale. Anche l’inquinamento atmosferico è un determinante ambientale critico per la salute. Il fumo uccide 8 milioni di persone ogni anno a livello globale. I tassi di fumatori sono diminuiti nella maggior parte dei Paesi Ocse nell’ultimo decennio, passando in media dal 20,4% del 2011 al 15,9% del 2021. Nella Repubblica Slovacca, Lussemburgo e Turchia, invece, i tassi sono leggermente aumentati. In Italia la percentuale di fumatori quotidiani tra gli over 15 è di 19,1, un dato che si attesta sopra la media Ocse del 16%.
Vanno meglio le cose riguardo il consumo di alcol. Quanto al consumo pro capite nella popolazione over 15 l’Italia si attesta al 7,7 al di sotto della media Ocse di 8,6.
Anche guardando all’obesità i numeri italiani possono considerarsi positivi con un dato che si ferma a 12 al di sotto alla media Ocse di 19,5.
Molto negativo invece il dato riferibile a decessi causati dall’inquinamento atmosferico. In Italia si registra un dato di 40,8 decessi per 100.000 abitanti ben al di sopra della media Ocse di 28,9.
La spesa, il personale e i posto i letto. Per spesa pro capite a parità di potere d’acquisto l’Italia spende 4.291 dollari, un dato che continua ad attestarsi sotto la media Ocse di 4.986 dollari. Il confronto resta impietoso rispetto ai grandi Paesi europei come la Germania che spende quasi il doppio (8.000 dollari) e la Francia (6.630). Spende più dell’Italia anche la Spagna con4.432 dollari pro capite.
Il dato ovviamente non migliora in rapporto al Pil. L’Italia destina il 9% del Pil alla sanità, una quota leggermente al di sotto della media Ocse del 9,2%, ma ancora una volta di molto inferiore rispetto a Germania (12,7%) e Francia (12,1%).
Quanto al numero di operatori sanitari in rapporto agli abitanti, l’Italia conferma di avere una buona quantità di medici ma una forte carenza di infermieri. Nel nostro Paese si contano infatti 4,1 medici ogni 1.000 abitanti, dato superiore rispetto alla media Ocse di 3,7; ma soli 6,2 infermieri a fronte di una media Ocse di 9,2 per 1.000 abitanti.
Molto male anche la dotazione di posti letto ospedalieri. L’Italia ha 3,1 posti letto ospedalieri per 1.000 abitanti, la media Ocse è di 4,3. La Germania ne ha oltre il doppio (7,8) e anche la Francia quasi doppia il dato italiano (5,7).