Il Sole 24 Ore «Non è solamente un problema economico: è chiaro che le risorse per il sistema sanitario nazionale servono soprattutto in una nazione come la nostra che ha una età della popolazione particolarmente longeva con un grande numero di persone fragili con parecchie malattie croniche non trasmissibili che aumentano la spesa sanitaria. Ma è chiaro che i soldi vanno spesi bene per una sanità che è cambiata. È una sanità che va rivista, riorganizzata». Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci a 24 Mattino su Radio 24. «Lo stesso sistema sanitario nazionale che quest’anno compie 45 anni e di cui siamo ancora oggi orgogliosi, dopo 45 anni credo vada in qualche modo riammodernato – ha aggiunto -. Quindi non solo più risorse ma anche migliori sistemi organizzativi e questo credo che sia veramente fondamentale per avere un cambio di passo».
Nella lotta all’inappropriatezza anche l’altolà alla medicina difensiva. Secondo quanto riportato dal ministro, «la richiesta inappropriata (di visite ed esami, ndr) conta almeno il 20%, su questo noi vogliamo agire con le Regioni. A breve – ha annunciato – l’Istituto superiore di sanità riaprirà il suo portale, lo renderà più efficiente per raccogliere le linee guida delle società scientifiche. Questo può portare in due direzioni: da un lato dare certezza e sicurezza nelle prescrizioni degli esami e delle terapie, dall’altro rendere i medici meno vulnerabili a possibili denunce. Oltre a questo – ha proseguito riferito ai contenuti del ddl di Bilancio – abbiamo messo dei fondi ad hoc per la riduzione delle liste di attesa, abbiamo aumentato la tariffa oraria per le prestazioni aggiuntive sia a medici, infermieri e operatori sanitari, ma dobbiamo rendere efficiente tutto il sistema perché lo scorso anno le Regioni hanno speso solo il 70% di ciò che era stato messo a disposizione per la riduzione delle liste di attesa». Per Schillaci «bisogna guardare il problema in varie direzioni e affrontarlo in maniera complessiva. Intanto c’è una richiesta inappropriata che va in qualche modo controllata, poi abbiamo anche una richiesta sulla medicina difensiva: spesso i medici prescrivono esami che magari non sono sempre necessari per via delle possibili conseguenze medico legali. Stiamo lavorando insieme al ministro della Giustizia per cercare finalmente anche di ridurre i rischi legati alla medicina difensiva, che pesa alla nostra nazione una cifra importante, quasi 10 miliardi l’anno».
Le risposte alla fuga dei medici. «Il Governo sta lavorando per cercare di trovare una soluzione considerando proprio la grave carenza di medici e di operatori sanitari, sono fiducioso che riusciremo a trovare in qualche modo un accomodamento per questa norma e far sì che un numero maggiore di medici non vada in pensione», ha detto Schillaci riferendosi alla norma della finanziaria che penalizza fortemente le pensioni dei dipendenti pubblici e in particolare dei medici. «Noi – ha aggiunto – abbiamo sul fronte dei medici una carenza importante soprattutto nei prossimi tre anni perché ci sarà una gobba pensionistica dove molti professionisti raggiungeranno l’età per andare in pensione. Però oltre al numero assoluto di medici quello che ci preoccupa è il fatto che i giovani scelgano molto poco alcune specializzazioni mediche e questo si evince chiaramente dai dati d’ingresso negli ultimi test delle scuole specializzazione. Su questo fronte oltre ad aumentare il numero degli iscrivibili a medicina e chirurgia cosa che è stata fatta e che avverrà anche nei prossimi anni, dobbiamo rendere più attrattive alcune specializzazioni. Questo è sicuramente un fronte di grande impegno».
«I privati accreditati non indeboliscono il Ssn». «Non vogliamo indebolire la sanità pubblica, questo non l’ha mai detto nessuno, né io né nessuno di questo governo – ha proseguito il ministro rispondendo alle domande sulla manovra -. Il privato accreditato da anni fa parte del Sistema sanitario pubblico, noi abbiamo messo un incentivo importante per le prestazioni aggiuntive ai medici e agli operatori sanitari, io spero che più persone nel sistema sanitario nazionale cerchino di impegnarsi all’interno del sistema stesso. Dopodiché – ha aggiunto Schillaci – il privato accreditato in un momento come questo con il problema delle liste di attesa, credo che vada unicamente a favore dei cittadini per cercare in qualche modo di sbloccare la situazione. Il cittadino che va in una struttura privata convenzionata non paga nulla come se andasse in una struttura pubblica».
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