Dopo la discussione fiume che ha scandito l’approdo della manovra nell’aula di Palazzo Madama, il Governo rompe gli indugi e pone la fiducia sul decreto salva-Italia. Non senza una nuova e rumorosa protesta dei leghisti che cominciano a fischiare dai loro banchi all’indirizzo del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, costringendo il presidente del Senato, Renato Schifani, a bacchettarli nel tentativo di riportare l’ordine nell’emiciclo.
«Questo governo, impegnato nell’azione di risanamento dei conti pubblici, auspica che per i prossimi provvedimenti il confronto parlamentare possa
svolgersi in modo costruttivo per individuare le soluzioni più congeniali alla crescita del Paese», ha spiegato il vice ministro all’economia, Vittorio Grilli, svolgendo in Aula al Senato la replica del Governo. Grilli ha quindi sottolineato che il Governo «intende avviare una nuova e incisiva fase» sulle liberalizzazioni.
Si è consumato così, tra le proteste del Carroccio e la scelta dell’esecutivo di blindare il decreto, l’epilogo di una giornata lunga e contrassegnata dal dibattito fiume che si è protratto «per oltre sei ore». Con Schifani che, davanti ai tanti iscritti a parlare, aveva anticipato alle 14 l’inizio della seduta pomeridiana dell’Aula per esaminare la manovra . Un copione molto simile a quello andato in scena a Montecitorio visto che anche la seduta della Camera di mercoledì scorso si era protratta fino alle 4.30 del mattino del giorno successivo.
Gli emendamenti sono stati circa 180 e sono arrivati prevalentemente dai gruppi di Idv, Lega e Coesione nazionale, mentre gli ordini del giorno sono stati circa 200 e sono stati presentati da tutti i gruppi. Sia gli emendamenti che gli ordini del giorno sono gli stessi che sono stati respinti (tranne una ventina di odg) durante i lavori delle commissioni che si sono conclusi nella tarda serata di ieri.
Schifani: ora deve partire la “fase due” con le liberalizzazioni
Schifani, poi, durante gli auguri alla stampa parlamentare, ha osservato anche che ora deve «partire la fase due» dell’attività del Governo, «con un pacchetto di liberalizzazioni» che diano il là alla ripresa e alla crescita. «La prima fase – ha detto – è la manovra che stiamo approvando, posta in essere in poche settimane sulla quale credo che il Governo abbia fatto il massimo, soprattutto visto che si è insediato da pochissimi giorni, e sappiamo tutti quanto sia difficile far partire la macchina politica». È però evidente, ha aggiunto Schifani, «che adesso deve partire la fase due, quella della crescita. Della prima gli siamo grati perchè ha posto in sicurezza i nostri conti mentre eravamo oggetto di speculazione».
La Lega battuta sulla pregiudiziale di costituzionalità contro la manovra. Ma le critiche continuano
Intanto, nella discussione di oggi il Senato ha respinto a larghissima maggioranza la pregiudiziale di costituzionalità presentata dalla Lega contro la manovra finanziaria, in discussione a palazzo Madama. «Presidente Monti si ritiri, dia le dimissioni, perché diversamente ci sarà tanta gente, operai, pensionati, piccoli imprenditori, che la verranno a prendere a casa», aveva detto Roberto Calderoli in Senato illustrando proprio la pregiudiziale della Lega alla manovra.
La senatrice Rosi Mauro, poi, in aula ha urlato «Vergogna, vergogna, vergogna, La manovra é iniqua, ammazza la Padania che verrà dissanguata». Nonostante la sconfitta in Aula, il Carroccio non abbassa il tiro sull’esecutivo Monti, con Calderoli che rilancia: il Governo Monti «è un colpo di Stato perché non è stato votato dal popolo. Napolitano può dire quello che vuole».
Parere favorevole dalla Conferenza delle Regioni
Favorevole alla manovra, invece, si dice la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, che oggi si è riunita: «Sulla parte relativa alle competenze regionali il parere è positivo», ha annunciato il presidente Vasco Errani, per il quale «la manovra chiede sacrifici pesanti: ci aspettiamo che cresca il tasso di equità». Sui trasporti, «è stato fatto un passo in avanti ma quello che arriverà è il livello minimo dei finanziamenti che servono per il settore», ha detto riferendosi «Con il governo – ha spiegato Errani – abbiamo realizzato una interlocuzione reale, ma adesso si deve aprire una collaborazione su una serie di temi: la crescita, il lavoro, il credito alle imprese». A inizio gennaio ci sarà la prima riunione della Commissione speciale sulle riforme e i costi della politica.
ilsole24ore.com – 21 dicembre 2011