Potrebbero vedere la luce nelle prime settimane del 2012 le nuove regole per la governance della sanita’ pubblica, dopo il tentativo fallito in Aula alla Camera nell’estate del 2010, e uno ‘stop and go’ in commissione Affari Sociali che dura ormai da piu’ di tre anni.
Ricevuto il via libera delle Regioni nei mesi scorsi, e incassato anche l’interesse del nuovo ministro della Salute, Renato Balduzzi, ad arrivare in fondo alla riscrittura delle regole per il governo clinico, che vogliono introdurre i principi del merito e della trasparenza nelle nomine in sanita’, l’intenzione del relatore, Domenico Di Virgilio, e’ infatti quella di licenziare il provvedimento in tempi brevi per farlo approdare in Aula ”entro la fine di gennaio”.
Per l’ok finale della commissione manca ora l’esame degli emendamenti, una settantina presentati da tutte le forze politiche, che iniziera’ mercoledi’ (anche se il voto potrebbe slittare a dopo le feste). Ma dopo l’ennesima riscrittura del testo, che ha recepito tutte le modifiche indicate dalle Regioni, il relatore e’ convinto che ora in commissione ci possa essere ”un consenso bipartisan” perche’ ”c’e’ la volonta’ da parte di tutti di portare avanti il testo”.
Il testo unico e’ ora molto piu’ snello di quello iniziale, e con previsioni piu’ ‘morbide’ per rispettare l’autonomia delle Regioni (punto su cui ci si era incagliati l’anno scorso, anche per la forte opposizione della Lega), e trova meno barricaderi anche i sindacati di categoria, dopo lo stralcio di uno dei passaggi piu’ controversi, quello sulla nuova regolamentazione della libera professione (la cosiddetta attivita’ intramoenia). Gli 8 articoli rimasti, che vanno a modificare la legge 502 del ’92 di riordino della disciplina in materia sanitaria, vanno dal nuovo ruolo al collegio di direzione che dovra’ obbligatoriamente essere sentito dal direttore generale per tutte le questioni attinenti il governo delle attivita’ cliniche, ai nuovi criteri per la nomina dei direttori di struttura complessa (gli ex primari).
Sara’ una commissione ad hoc a stilare la graduatoria tra i potenziali candidati e a dare al direttore generale una terna (i primi tre della graduatoria) tra cui scegliere la nomina. Un punto questo su cui Pd e Idv daranno battaglia (e hanno presentato emendamenti in questo senso) perche’, e’ il ragionamento, se a prevalere deve essere il merito, il nuovo posto va assegnato al primo della graduatoria, senza terne su cui il dg puo’ comunque avere potere discrezionale. Per i democratici si puo’ fare di piu’ anche in termini di trasparenza, in particolare sulla nomina dei direttori generali, che resta comunque in capo alle Regioni.
Il provvedimento sposta poi da 65 a 67 anni il limite di eta’ per dirigenti medici e sanitari, che puo’ arrivare a 70 se a farne richiesta e’ l’interessato e c’e’ l’ok del collegio di direzione. Passaggio, quest’ultimo, che dovra’ essere analizzato per valutarne la compatibilita’ con le nuove regole sulle pensioni introdotte dalla manovra.
Ansa – 17 dicembre 2011