La sanità delle Regioni a confronto, in maniera chiara e trasparente. Così come, ormai dal 2004, il laboratorio MeS, Management e Sanità, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, misura con il sistema dei bersagli le performance di tutte le aziende sanitarie toscane, nello stesso modo dal 2008 ha cominciato a farlo anche per altre Regioni.
Oggi, nel corso del convegno “Valutazioni e trasparenza dei risultati per governare il sistema sanitario: le Regioni a confronto”, che è ancora in corso nell’Auditorium di Santa Apollonia, sono stati presentati i risultati del lavoro del MeS, alla presenza di amministratori e direttori generali delle aziende.
La giornata si chiuderà con una tavola rotonda a cui parteciperanno amministratori e direttori generali di alcune Regioni, anche esterne al network delle 8 Regioni oggetto di valutazione, per una riflessione nazionale sul ruolo e le prospettive di utilizzo della valutazione in sanità. Il presidente Enrico Rossi e il direttore del MeS Sabina Nuti hanno illustrato i risultati della valutazione ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa. Assente l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, perché convocata a Roma dal ministro Balduzzi per il Patto per la salute.
«La BCE ha dato di recente indicazione al governo italiano di introdurre, quale strumento di risanamento e rilancio dell’economia del Paese, un sistema di indicatori per la valutazione dei risultati, in particolare nei servizi sanitari – dice il presidente Rossi – Dalla Relazione sullo stato di salute del Paese, presentata pochi giorni fa dal ministro Balduzzi, sono emerse grandi differenze tra le diverse regioni. Sono convinto che la valutazione e il confronto costante dei risultati può contribuire a ridurre notevolmente questa variabilità e a migliorare l’equità del sistema».
«Il lavoro fatto negli ultimi tre anni dal network di queste Regioni – osserva Sabina Nuti – dimostra la volontà di rendere sempre più trasparente e responsabile la gestione dei servizi sanitari regionali. Il futuro impone alle Regioni non solo uno sforzo continuo di miglioramento delle prestazioni per rispondere alle evoluzioni dei bisogni, ma anche una riduzione della variabilità per garantire davvero l’equità, obiettivo strategico del servizio sanitario pubblico».
La valutazione del MeS
Il lavoro di valutazione del MeS è partito nel 2004 per la Regione Toscana e nel 2008 si è esteso per la prima volta ad altre due Regioni: Liguria e Umbria. Nel 2010 il network si è ampliato, con Valle d’Aosta, Marche, Provincia autonoma di Trento, Provincia autonoma di Bolzano. Nel 2011 si è aggiunta infine la Basilicata. Queste 8 Regioni (e Province autonome) hanno concretizzato la volontà di utilizzare un sistema di valutazione delle performance del sistema sanitario attraverso il confronto di un set di indicatori condivisi.
Il sistema, progettato dal MeS, è quello dei bersagli, lo stesso utilizzato dal 2004 per la valutazione delle aziende sanitarie toscane. Un processo di condivisione tra le Regioni ha portato alla selezione di 130 indicatori, di cui 80 di valutazione e 50 di osservazione, volti a descrivere e confrontare varie dimensioni della performance del sistema sanitario: lo stato di salute della popolazione, la capacità di perseguire le strategie regionali, la valutazione sanitaria, la valutazione dell’esperienza dei cittadini e dei dipendenti, e infine la valutazione della dinamica economico-finanziaria e dell’efficienza operativa.
Il bersaglio è lo stesso utilizzato per le aziende toscane, con i cinque cerchi concentrici di colori diversi: al centro verde scuro, punteggio 4-5, performance ottima; verde chiaro, punteggio 3-4, performance buona; giallo, punteggio 2-3, performance media; arancio, punteggio 1-2, performance scarsa; rosso, la fascia più esterna, punteggio al di sotto di 1, performance molto scarsa.
Alcuni esempi di valutazione
A titolo di esempio, si propongono 4 indicatori di valutazione in cui i sistemi regionali e aziendali differiscono anche notevolmente nel processo di erogazione dell’assistenza, e in cui ciascuno presenta proprie peculiarità e best practice, ma anche punti di debolezza e spazi di miglioramento.
Percentuale di ricoveri ripetuti entro 30 giorni per la stessa patologia. Questo indicatore rileva l’efficacia delle cure del servizio ospedaliero, che nel breve termine non dovrebbe generare accessi ripetuti per lo stesso gruppo diagnostico. Rispetto a questo, i risultati delle Regioni del network differiscono di 1,4 punti percentuali, ma queste differenze aumentano se si osservano i singoli contesti aziendali, con percentuali che vanno dal 2,9% all’8%: quindi, con rilevanti spazi di miglioramento.
Percentuale di ricoveri in day surgery. Questo è tra gli indicatori del Patto per la salute 2010-2012, e misura la percentuale di interventi chirurgici che dovrebbero essere erogati in day surgery. Tra le 8 Regioni c’è ampia variabilità nei risultati, una variabilità che si riflette anche nei comportamenti delle aziende, con valori che oscillano tra il 33% e l’89%.
Capacità di integrazione tra territorio e ospedale. Grandi differenze all’interno del network. Toscana, Basilicata e Umbria fanno misurare performance con valutazioni ottime; scarse, invece, quelle di Liguria, Trento e Valle d’Aosta.
Appropriatezza prescrittiva farmaceutica. Nel caso della prescrizione di statine, per esempio, farmaci per ridurre il colesterolo, efficaci solo se la terapia è protratta nel tempo, si registrano significative differenze nella percentuale di pazienti che abbandonano la terapia: dall’11% della provincia autonoma di Bolzano al 20% della Basilicata.
Le best practice Regione per Regione
Queste le performance migliori registrate da ciascuna Regione:
Provincia autonoma di Trento: riguardo allo stato di salute della popolazione, registra globalmente un’ottima performance sul tema degli stili di vita (attività fisica, nutrizione, consumo di alcol, abitudine al fumo), rilevati attraverso lo studio nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità PASSI.
Valle d’Aosta: nel perseguimento delle strategie regionali di prevenzione dei tumori, consegue i migliori risultati nell’estensione e adesione degli screening mammografico, della cervice uterina e colorettale.
Provincia Autonoma di Bolzano: possibilità di intervenire tempestivamente ed efficacemente sulle fratture di femore: in questa realtà gli interventi avvengono infatti entro 2 giorni 87 volte su 100.
Liguria: rispetto ai Livelli essenziali di assistenza oggetto del Patto per la Salute, la Regione nel 2010 ha realizzato il 61% degli interventi chirurgici con drg LEA in Day Surgery, riducendo i livelli di inappropriatezza a cui si rischia di tendere per queste procedure.
Toscana: offre grandi spunti di riflessione sul tema della gestione delle patologie croniche; è infatti la Regione con il più basso tasso di ospedalizzazione per i pazienti scompensati e diabetici e che mostra la migliore integrazione tra territorio e ospedale, con la percentuale più bassa di ricoveri di durata superiore ai 30 giorni.
Basilicata: attenzione al paziente e al corretto uso delle risorse si osserva per l’applicazione di alcune tecniche professionali quali la prostatectomia transuretrale, che viene applicata nel 90% dei pazienti sottoposti a prostatectomia.
Umbria: presenta la migliore performance relativamente alle vaccinazioni, in particolare per il vaccino MPR, grazie al quale è possibile prevenire morbillo, parotite e rosolia e viene effettuato ai bambini di 2 anni.
Marche: dimostra la maggiore appropriatezza riguardo alla percentuale di DRG medici dimessi da reparti chirurgici, che devono essere contenuti il più possibile, per limitare un improprio assorbimento di risorse, visto che il costo letto in un reparto chirurgico è assai superiore a quello in un reparto medico.
sanita.ilsole24ore.com – 15 dicembre 2011