E alla fine hanno vinto i farmacisti. Si allenta la stretta sulle farmacie e quasi si dimezza il mercato dei farmaci C senza obbligo di ricetta che potremo acquistare anche nei supermercati e nelle parafarmacie.
In farmacia resteranno i medicinali con ricetta non ripetibile e gli stupefacenti, ma anche quelli del sistema endocrino (come la pillola, che altrimenti sarebbe uscita dalle farmacie, come il Vaticano non auspicava) e quelli iniettabili. Tutti gli altri farmaci C diventeranno senza obbligo di ricetta, insomma saranno “delistati”. Col risultato che la farmacia continuerà ad avere l’esclusiva sui farmaci con ricetta, e avrà l’ulteriore chance che con un provvedimento dell’Aifa si potrà allargare la lista dei medicinali che per ragioni di cautela sanitaria non potranno andare sui banconi dei corner della Gdo e delle parafarmacie. Altra novità: scende da 15mila a 12.500 la popolazione dei comuni in cui non sbarcherà la nuova liberalizzazione della vendita dei farmaci.
S’è chiusa nella notte con un compromesso finale su un emendamento del Governo la guerra sulle liberalizzazioni della vendita dei farmaci. In una giornata ad alta tensione, scandita dal testa a testa tra il Pdl (contrario alla liberalizzazione) e il Pd (da sempre favorevole). E col Governo che dopo aver fatto capire di voler tenere diritta la barra della liberalizzazione, ha poi lasciato sul campo non poco rispetto al testo iniziale del decreto salva-Italia. Anche perché i rumors indicano un ruolo chiave del Vaticano nella decisione di non liberalizzare la vendita della pillola anticoncezionale fuori della farmacia.
Per 3,2 miliardi (di euro) di buone ragioni, quanto vale il mercato totale dei farmaci C, Pd e Pdl si sono spaccati fino all’ultimo come ai tempi di Berlusconi. Mentre il convitato di pietra della vicenda, le farmacie, a metà mattinata lanciavano la minaccia estrema promessa da qualche giorno: faremo la serrata.
La decisione dei farmacisti privati sarà presa oggi dal Consiglio di presidenza di Federfarma. Già lunedì potrebbe esserci il primo stop, cui ne seguirebbero altri secondo un calendario di chiusure da definire, costringendo gli italiani a cercare le farmacie di turno, come avviene nei giorni festivi, che garantiranno il servizio e le urgenze. Ma il Codacons attacca: «Contro la serrata scatteranno immediatamente le denunce alla procura della Repubblica». Una decisione che però a questo punto potrebbe rientrare. Facendo però salire alle stelle le proteste delle parafarmacie, già annunciata da un’ondata di fax spedita ieri a palazzo Chigi: «Non cedete alle corporazioni».
Il Sole 24 Ore – 14 dicembre 2011