Cgil su Facebook: “Stupore e irritazione”Stop di due ore lunedì 12 a fine turno per chiedere di aprire un negoziato col governo su fisco e pensioni. D’accordo anche l’Ugl. Il sindacato della Camusso affida la replica al social network: “Continuità con la strategia del sottoscala di Palazzo Grazioli”
ROMA – La manovra Monti 1, approdata oggi in Parlamento, non piace ai sindacati. Cisl e Uil partono in quarta, da soli, chiedendo ai loro iscritti di attuare lunedì 12 uno sciopero-protesta di due ore, a fine turno, per andare davanti alle prefetture e “richiedere con forza di aprire il negoziato” in particolare su pensioni e fisco. L’iniziativa, annunciata nel corso di una conferenza stampa congiunta i due segretari generali Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, suscita stupore da parte della Cgil e irritazione per una decisione presa senza consultarsi con il sindacato di Corso Italia così come era stato deciso ieri. E che il sindacato guidato da Susanna Camusso bolla come il ritorno della “strategia del sottoscala di Palazzo Grazioli”.
“Chiediamo a tutti i lavoratori della Cisl e della Uil, chiediamo a tutti i militanti, iscritti e dirigenti di fare lunedì prossimo uno sciopero-protesta nelle ultime due ore di lavoro per recarci presso tutte le prefetture per far sentire la nostra voce e richiedere con forza di aprire un negoziato. A Roma saremo sotto il parlamento”, spiega Bonanni della Cisl. E alla Cgil dice: “Ci chiede discutere, siamo felici di questo, se sono d’accordo con noi sulla richiesta preliminare di contrattazione, di negoziato, se condivide questa impostazione benissimo. Diversamente marceremo divisi e colpiremo uniti”, aggiunge Bonanni.
Su previdenza e fisco, sottolinea ancora il leader della Cisl non si è avuta la possibilità di discutere nemmeno un minuto. E da parte del governo c’è stato “un vero e proprio blitz a scapito delle parti sociali”. Ma avverte: “Agiremo in tutti i modi per far fallire il tentativo di ridurre le parti sociali a comparse. Chiederemo incontri con tutti i gruppi parlamentari perché il parlamento deve garantire una discussione equilibrata”. E sul mercato del lavoro lancia un altro messaggio: “Dico chiaro e tondo al presidente del Consiglio ed al ministro del Lavoro: il sindacato non c’è per licenziare la gente”.
Anche l’Ugl aderisce, condividendo con Cisl e Uil “modalità e motivazioni della protesta che intende ottenere dall’esecutivo un vero negoziato”, spiega il segretario generale Giovanni Centrella. “Anche noi – aggiunge il sindacalista – chiederemo ai nostri lavoratori di organizzare insieme a Cisl e Uil presidi davanti alle Prefetture e a Roma di essere presenti davanti al Parlamento, così come insieme alle altre due Confederazioni chiederemo di essere ricevuti nel corso dell’iter parlamentare dalle rappresentanze politiche”.
La replica della Cgil è affidata ad un post caustico su Facebook. “La scelta di Cisl e Uil è in continuità con la ‘strategia del sottoscala’ di palazzo Grazioli, si legge sul social network. Dove si spiega come ieri, dopo l’incontro con il premier Monti, ci si era lasciati, tra Camusso, Bonanni e Angeletti, con la volontà di una iniziativa comune. Volontà confermata dallo stesso Angeletti che dava appuntamento per domani ai tre leader sindacali. Intanto, si legge ancora nella ricostruzione affidata a Facebook, nei territori la Cisl dava indicazioni per avviare iniziative autonome in risposta all’ipotesti temuta di uno sciopero della Cgil. Ecco quindi – conclude il post – l’irritazione della Cgil.
Oltre al malumore, si sottolinea poi il “maggior stupore” per la decisione di Bonanni e Angeletti. Il fatto cioè che davanti a provvedimenti così gravi “il problema di Cisl e Uil sia unicamente quello di avere un confronto e non le necessarie modifiche”. Quello che la Cgil, continua il post, rivendica “con forza e che otterrà”.
Repubblica.it – 5 dicembre 2011