I settori più a rischio con la proposta Ue: tabacco, pomodoro, agrumi, latte, zootecnia, olivo e cereali
La Pianura Padana rischia di perdere il 62% degli aiuti comunitari nei settori lattiero-casearie, prati e mais e quindi prosciutti e grana a denominazione. Non va meglio per gli allevamenti della pianura veronese dove il taglio è del 72%, che diventa dell´89% per le imprese umbre di tabacco e grano duro. Sono gli effetti della proposta di riforma della politica agricola presentata dalla Commissione Ue per l´Italia, tracciati da Angelo Frascarelli, docente di Economia agraria all´Università di Perugia.
I settori più penalizzati dalla Pac sono tabacco, pomodoro agrumi, latte, zootecnia intensiva, olivo, riso, grano duro e mais; i favoriti, invece, vigneti, orticole, patate, frutta, vivai, zootecnia estensiva, foraggere leguminose e, grano tenero, orzo e cerali minori. Per quanto riguarda la collocazione geografica, ad avere la peggio sono le aziende della pianura padana (l´aiuto passa da 1.050 euro ad ettaro a 400 eu! ro), a vantaggio di quelle montane; se in Sardegna gli aiuti per le ovinocaprine crescono del 131%, nelle Alpi del 94%.
La riforma taglia in tutto risorse destinate all´Italia di 1,4 miliardi nel periodo dal 2014 al 2020, con un ammontare annuo a regime pari a 240 milioni rispetto al 2013 (-6%). L´Italia perde meno risorse solo rispetto a Malta, Olanda e Belgio, ma molte di più rispetto a Francia, Germania e il resto dell´Unione Europea. In sostanza paga da sola quasi un terzo dell´intero ammontare di risorse destinate alla convergenza dei nuovi paesi entrati nell´Unione.
Ma i giochi della Pac non sono certo fatti, ha detto Paolo de Castro, presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo. «Non è in discussione se ci sarà o meno il cambiamento: la proposta del commissario europeo Dacian Ciolos verrà completamente rifatta, quello che conta è se in questo rifacimento ci saranno gli elementi che stanno a cuore all´! ;Italia».
Larena.it – 8 novembre 2011