Il Dg della veneziana sollevato dalla direzione generale della 14 che rimane però “commissariata”. E intanto continua la guerra tra l’Usl 12 e la Regione per la formazione e la gestione
«Abbiamo sollevato Antonio Padoan dalla direzione generale dell’Ulss di Chioggia». Con queste parole Luca Coletto, assessore veneto alla Sanità, ha comunicato il cambio al vertice dell’Ulss 14. Al posto di Padoan, che già dirige l’Ulss 12 di Venezia, arriva da Adria (sempre con incarico doppio) Giuseppe Dal Ben. «Non me lo aspettavo, sembra una punizione», replica Padoan. Da Chioggia invece i commenti del consigliere regionale Lucio Tiozzo e del vicesindaco Maurizio Salvagno: «Siamo sempre commissariati».
Coletto ha motivato la scelta per l’attenzione e l’impegno necessari all’Asl 12 dove Padoan ricopre la stessa carica. La revoca dell’incarico di Padoan negli ultimi mesi era stata sollecitata da più parti. Non solo dal mondo politico e dai sindacati, ma anche da molti dipendenti ospedalieri che a mezza voce nei corridoi si lasciavano sfuggire l’insofferenza per la scarsa presenza in sede del direttore generale. Il sovrapporsi della gestione complicata dell’Asl 12 veneziana con quella dell’Asl 14 dopo la separazione da Piove di Sacco non permettevano quell’impegno a tempo pieno a Chioggia che molti avrebbero gradito per potenziare l’offerta sanitaria. «Ringraziamo Padoan per il lavoro svolto a Chioggia – commenta Coletto – ma l’attenzione che richiede un’Asl impegnativa come quella veneziana ci ha spinto a sollevarlo da questo incarico ulteriore. L’incarico di Dal Ben sarà a costo zero».
Tra Asl 12 e Regione, guerra per la formazione
All’origine del braccio di ferro tra Asl 12 e Regione c’è (anche) la formazione. E’ di questi giorni la notizia che il direttore generale Antonio Padoan ha chiesto a Palazzo Balbi di rimborsare (come previsto nell’accordo originario) i 614 mila euro spesi in un anno e mezzo per finanziare l’attività del Crif (Centro regionale inter-universitario per la formazione) diretto dall’ex segretario generale della Sanità Franco Toniolo. Un centro di alta formazione socio-sanitaria voluto dalla Regione e poi chiuso nel 2009, quando Palazzo Balbi decide di dare vita a Veneto Formss-Scuola di formazione manageriale in sanità e sociale, in cui confluiscono il Crif e il Cuoa Sanità. Il trait-d’union tra le due esperienze è proprio l’ex braccio destro per la sanità di Giancarlo Galan. Toniolo è infatti l’attuale direttore di Veneto Formss. Tra i soci di questa società (presieduta dal dg dell’Asl 10 Paolo Stocco) ci sono l’Arpav, lo Iov (istituto oncologico veneto), alcune delle principali Ipab del Veneto, le due Aziende ospedaliere di Padova e Verona e tutte le Asl. Tutte, tranne la 12 veneziana e la 14 di Chioggia. E’ significativo il fatto che proprio le due aziende sanitarie dirette da Antonio Padoan siano le uniche a non partecipare al consorzio. E questo nonostante fosse stato proprio Padoan a scegliere Toniolo per guidare il Crif. Una possibile motivazione della mancata adesione è quella di evitare doppioni. L’Asl 12 infatti ha puntato sulla propria Scuola veneta di sanità per «diffondere la cultura socio-sanitaria dell’eccellenza, formare e motivare gli operatori sanitari, favorire a traslazione della ricerca scientifica e applicata all’attività assistenziale» collaborando con Università e Centri di ricerca e cooperando con professionisti e istituzioni a livello internazionale. Una mission non tanto diversa da quella di Veneto Formss, che punta a costituire «un centro qualificato in grado di assicurare prestazioni di eccellenza» avvalendosi, tra l’altro, del contributo delle università venete, dell’Oms, dei network di ricerca nazionale, dell’Osservatorio dei sistemi sanitari europei. Quanto di più qualificato possa esserci in materia. Certo, l’attività delle due strutture (Veneto Formss e Scuola veneta di sanità) non è perfettamente sovrapponibile. La Scuola veneta si occupa anche dei corsi di laurea gestiti dall’Asl 12 e gestisce tutta la convegnistica dell’auditorium Rama. Ma non può passare inosservato il distinguo che, chiamandosi fuori dalla formazione di alto livello gestita in prima battuta dalla Regione, le Asl guidate da Padoan hanno voluto evidenziare
«Sanità, più trasparenza nelle spese»
Il presidente della Commissione regionale Padrin chiede all’Asl 12 di cambiare rotta nella gestione dell’Azienda
La specificità di Venezia in ambito sanitario non è in discussione, è un dato di fatto legato alla città.La Regione è pronta a riconoscerla nei finanziamenti erogati all’Asl, ma i suoi costi non possono essere forfettizzati, come è avvenuto finora. Va indicato con precisione il costo di ogni prestazione. Sono convinto che il costo del servizio di idroambulanza, ad esempio, costi di più di quello di una normale autoambulanza, ma va indicato con precisione, per stabilire, appunto, la spesa standard». E’ molto chiaro il presidente della Commissione consiliare regionale Sanità, Leonardo Padrin nell’indicare i contorni del problema-Venezia all’interno del nuovo piano socio-sanitario del Veneto, che la Regione discuterà nelle prossime settimane e che tanto allarme sta destando in città, specie per le future sorti dell’Ospedale Civile.
Un gruppo di consiglieri comunali ha chiesto al sindaco al sindaco Giorgio Orsoni di battersi affinché la Regione riveda il Piano sanitario del prossimo triennio, che prevederebbe un’ulteriore riduzione di servizi e posti letto. E il Pd con il capogruppo a Ca’ Farsetti Claudio Borghello ha chiesto appunto che venga riconosciuta la specificità di Venezia. I posti letto dell’Asl 12 sono oggi poco più di 1.600. Di questi 1.061 sono quelli della sanità pubblica (400 in meno dal 2000 a oggi) di cui solo 200 nel centro storico, 585 nella sanità privata, lo stesso numero di dieci anni fa.
Se la riduzione,come annunciato, passerà da una percentuale di posti letto di 5,21 per mille abitanti al 4 per mille, è in arrivo una ulteriore riduzione di circa 400 posti letto. Per la sanità veneziana, e in particolare per il centro storico e le isole _ dove già è stato chiuso l’Ospedale al Mare _ sarebbe un colpo mortale per una popolazione fatta ormai in buona parte di «anziani» che abbisogna di cure particolari. Servizi per gli anziani, cure e controlli per il diabete, le cardiopatìe. E un aumento dei tumori che supera il 30 per cento, dovuto all’inquinamento di acqua e aria. E nonostante questo le risorse diminuiscono, e i servizi chiudono. E’ il caso di cardiologia, con il primario Gabriele Risca andato in pesnione due giorni fa. E i servizi di emodinamica e angioplastica, per il momento sospesi. Organici ridotti per via dei tagli, servizi nel territorio che stentano a decollare. E molti pazienti, segnalano le organizzazioni dei consumatori, che scelgono altre Asl. Il Pd ha annunciato la mobilitazione e proprio oggi organizzerà un dibattito pubblico a cui prenderà parte anche Padrin. «Nessuno vuole smantellare la sanità pubblica a Venezia – insiste – ma va ricordato che l’Asl 12 ha dato vita in questi anni a due project financing per il nuovo ospedale dell’Angelo e per il Padiglione Jona, utilizzando risorse destinate ai servizi sanitari, tanto è vero che dallo scorso anno abbiamo eliminato dal bilancio regionale la quota di ammortamento dei project, proprio per non confondere le voci di spesa. Ci sono Asl regionali che si sono già messe in regola e altre, come Venezia, che non lo hanno ancora fatto, ma è necessaria un’operazione trasparenza proprio sul costo dei servizi, come finora non è avvenuto».(e.t.)
9 novembre 2011