«Se vince il no niente più aiuti» Fondi solo fino a metà dicembre. Visco: la situazione è complicata. La Grecia è pronta a rinunciare alla convocazione di un referendum sul piano di aiuti.
Lo ha affermato in una nota il primo ministro greco, George Papandreou. «Il referendum non è mai stato un obiettivo di per sè – ha spiegato il premier ellenico – Avevamo un dilemma: o c’è un vero consenso o il referendum. Come ho detto ieri, se ci fosse un consenso non avremmo bisogno di un referendum».
Papandreou ha annunciato di aver affidato a due dirigenti del suo partito il compito di avviare le consultazioni con i conservatori all’opposizione. In caso di un’intesa – ha spiegato il premier ellenico – non ci sarebbe più bisogno di un referendum. «Sarò felice se non si arriverà a un referendum e sono lieto che tutta questa discussione abbia almeno fatto tornare in senno molta gente – ha dichiarato Papandreou – Parlerò con Antonis Samaras (il leader dell’opposizione) per valutare le prossime mosse sulla base di un consenso più ampio. Il premier greco ha ribadito che la permanenza di Atene nell’area euro non è in discussione e che andare a elezioni anticipate aumenterebbe i rischi di una bancarotta.
L’esecutivo greco è spaccato sul ricorso al referendum, mentre crescono le contestazioni in seno alla maggioranza socialista sulle risposte da dare alla crisi dell’euro per salvare il paese dal fallimento. Sono in molti ad opporsi, in particolare, alla decisione di Papandreou di indire la consultazione sulla partecipazione della Grecia all’area dell’euro, in calendario il 4 dicembre. Senza alcun dubbio la Grecia sta attraversando il periodo più difficile del dopoguerra, con un debito pubblico enorme, la disoccupazione ad altissimi livelli, il sistema politico disprezzato dai cittadini che insultano gli uomini politici per strada e, per la prima volta nella storia, costringono un presidente della Repubblica ad abbandonare il palco delle autorità annullando la parata militare durante una festa nazionale. è un Paese ad un passo dalla catastrofe. In mezzo a tutto questo, e mentre i suoi partner europei riescono, con grandi difficoltà, a giungere ad un accordo che potrebbe portarlo fuori dalla crisi, Papandreou, a sorpresa, decide di indire un referendum per «dare ai cittadini la possibilità di decidere sull’accordo raggiunto dai partner durante il Vertice europeo del 27 ottobre». «è proprio la decisione giusta in un momento come questo?» si chiede la maggioranza dei greci.
I dubbi sono legittimi. Il referendum, se si farà davvero, comporta molti rischi per la Grecia. Rischia seriamente di saltare la concessione della sesta tranche del primo pacchetto di aiuti europei in un momento in cui, i soldi nelle casse dello Stato basteranno solo fino alla metà dicembre. Peggio ancora, la Grecia sta mettendo a repentaglio la sua stessa permanenza nella famiglia europea. Infatti, come sottolineano diversi analisti, c’è la possibilità che al referendum vinca il no all’Europa. Con conseguenze incalcolabili non soltanto per la Grecia – una inevitabile uscita dall’euro e il ritorno alla dracma – ma per l’intero edificio Ue. Ha colpito e spiazzato tutti la fretta dimostrata da Papandreou. Il premier, come ha detto tra l’altro Antonis Samaras, il leader di Nea Dimocratia (centro-destra, all’opposizione), ha indetto un referendum su qualcosa che di fatto non esiste in quanto l’accordo raggiunto il 27 ottobre a Bruxelles non è stato ancora definito nei suoi dettagli. «Allora – si chiede Samaras ma non solo lui- su cosa è chiamato a votare il popolo?».
«La situazione in Grecia è molto difficile e complessa. Vediamo cosa succede a Cannes» ammette il governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Ieri, come anticipato da La Stampa, l’Ue e l’Fmi hanno deciso di bloccare gli aiuti ad Atene. Al termine di una giornata di fitti incontri, prima del vertice G20 di Cannes, fra il duo Francia-Germania le istituzioni europee e il premier greco Papandreou, ad Atene è stato dato un aut-aut chiaro: «Noi vogliamo che resti nell’euro» ha affermato il presidente francese Nicolas Sarkozy nella conferenza stampa congiunta con la cancelliera Angela Merkel in tarda serata chiedendosi se «la Grecia vuole restare o no nella zona euro? il popolo greco dovrebbe pronunciarsi». L’Europa aiuterà la Grecia, ha detto il Capo dell’Eliseo, ma questa deve rispettare gli impegni presi con grande fatica lo scorso 27 ottobre. I toni piuttosto secchi del duo si sono evidenziati anche quando Hanno ribadito come «il nostro obiettivo, la nostra missione, la priorità è avere un euro stabile e tornare a una gestione sana della nostra moneta», obiettivi che saranno raggiunti «con o senza la Grecia». Sarkozy ha annunciato poi come «l’applicazione del piano Ue per la Grecia e il rafforzamento del piano salva stati Efsf saranno accelerati».
3 novembre 2011