Alcuni parlamentari del Pdl stanno lavorando ad una lettera-appello a Berlusconi, nella quale si chiede ancora al presidente del Consiglio di dimettersi e allargare la maggioranza, proprio per poter dar corso agli impegni assunti con l’Ue
ROMA – Dopo il sì dell’Europa a Silvio Berlusconi le acque restano agitate nella maggioranza. Alcuni parlamentari del Pdl stanno lavorando ad una lettera-appello al premier, nella quale si chiede ancora a Berlusconi di fare un passo indietro e allargare la maggioranza, proprio per poter dar corso agli impegni assunti con l’Ue.
La missiva è stata messa a punto ieri da sera in un ristorante romano. Attorno al tavolo si sono ritrovati una decina di parlamentari. Tra i ‘malpancisti’ ci sarebbero Saro, Amato, Santini, Lauro, Del Pennino e a sponsorizzare l’iniziativa politica sarebbero, secondo fonti parlamentari del partito, anche Dini e Urbani. Non Pisanu che smentisce categoricamente il suo appoggio all’iniziativa.
“Le misure che ci chiede Bruxelles – spiega uno dei ‘frondisti’ – sono molto impegnative, questo governo non è in grado di attuare i provvedimenti di cui ha parlato il presidente del Consiglio”. Proprio per questo motivo si sta ragionando, riferisce un altro senatore, sulla necessità di coinvolgere altre forze moderate, si sta riflettendo “sulla possibilità di arrivare ad una maggiore coesione in Parlamento e fuori dalle Aule”.
“Ci sentiamo in dovere – si legge nella bozza del documento – con la lealta’ e la sincerità che ti abbiamo sempre dimostrato, di rappresentarti il nostro critico convincimento sulla situazione politica dell’attuale maggioranza parlamentare che sostiene il tuo Governo. Dobbiamo oggettivamente registrare che l’esIguità dei numeri, in particolare alla Camera, non consente a questo Governo di poter affrontare neanche l’ordinario svolgimento dei lavori parlamentari, e tanto meno quindi, di dare quelle risposte, anche molto impegnative sul piano del consenso sociale, che la drammatica situazione economico finanziaria richiede”, soprattutto dopo la lettera discussa ieri a Bruxelles dal premier. Nella lettera tra i punti cardini c’è “il no a qualsiasi ipotesi di elezioni anticipate”.
Già ieri il timore delle urne aveva spinto i frondisti del centrodestra a rialzare la testa. Anche alcuni deputati hanno intenzione di sottoscrivere il documento. A chiedere l’allargamento della maggioranza nei giorni scorsi sono stati i deputati Sardelli, Milo, Gava e Destro. Ma pure tra gli scajoliani c’è chi avverte la necessità di svoltare pagina. “La crisi – dice Roberto Antonione – non ci permette più di perdere tempo. Occorre aprire ad una nuova fase e costruire poi una coalizione per giocarci la partita delle prossime elezioni”. Antonione riferisce che molti parlamentari sono contrari all’ipotesi delle urne l’anno prossimo. “Non ci possiamo mica suicidare con le elezioni anticipate, non possiamo – aggiunge – giocare una partita per pedere ma per vincere”. Per questo motivo i ‘frondisti’ sostengono che sia arrivato il momento di un cambiamento. “Sarebbe necessario – avverte un altro dei senatori che hanno partecipato alla cena di ieri – un patto tra maggioranza e opposizione. Così non andiamo da nessuna parte”.
I frondisti sarebbero pronti a muoversi prendendo spunti dal decreto sviluppo, che arriverà a palazzo Madama. Un nodo sul quale i ribelli potrebbero compiere il loro blitz e arrivare alla rottura definitiva. Ma il tempo sta scadendo, la finestra per formare un governo tecnico sta per chiudersi. “Restano pochissimi giorni”, li ha avvertiti ieri Casini, poi le elezioni saranno ineludibili”.
Repubblica.it -27 ottobre 2011