Conferma – per ora – della ricetta digitale tra le previsioni contenute nell’ultima bozza del decreto Sviluppo che tuttavia ancora non sembra pronta a fare il suo ingresso al Consiglio dei ministri.
La previsione è che le Regioni abbiano tempo per farla entrare a regime fino al 31 marzo 2012. Poi scatteranno le penalizzazioni con il blocco dei finanziamenti integrativi al fondo sanitario. Un aut aut che i governatori da tempo hanno dichiarato di non gradire: mancano indicazioni univoche per realizzare le infrastrutture e per di più si sono ridotti anche i fondi per gli investimenti in ammodernamento sanitario. La norma comunque aggiunge alla legge 122/2010 la previsione di un regolamento emanato entro 60 giorni dalla legge dall’Economia di concerto con Innovazione e Salute e con il parere della Stato-Regioni che definisca le relative regole tecniche e le soglie minime di riferimento per stabilire la percentuale annua di prescrizioni mediche farmaceutiche e specialistiche a carico del Ssn in formato cartaceo da sostituire con l’invio telematico, non inferiore al 40% per il 2012, 70% per il 2013 e 90% per il 2014.
Un’altro articolo dell’ultima bozza del decreto prevede invece la «promozione degli investimenti in sanità», dopo la doccia fredda arrivata con la mancata erogazione di un miliardo per il programma ex articolo 20, attesa con la legge di stabilità.
La norma prevede che per raggiungere gli obiettivi ex articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67sia possibile mettere in campo forme adeguate di partenariato pubblico-privato “attraendo” così capitali privati nella costruzione e/o nella gestione delle strutture, nell’organizzazione dei servizi sanitari e nell’ammodernamento delle attrezzature.
Si utilizzano in pratica i «contratti di partenariato pubblico-privato» con determinazione della quota di finanziamento a carico del privato. Il finanziamento pubblico può essere integrato o sostituito da forme di defiscalizzazione a vantaggio dell’impresa che costruisce l’opera o gestisce il servizio.
Per migliorare la qualità delle prestazioni e l’economicità del servizi, i soggetti incaricati dello svolgimento di progetti sperimentali per la gestione dei servizi sanitari in corso di svolgimento, possono essere inseriti a titolo definitivo tra gli enti del Ssn, sula base di un’intesa Stato-Regioni. L’inizio di nuove sperimentazioni gestionali è condizionato alla definizione delle modalità e dei termini della loro conclusione.
Un’ulteriore semplificazione è prevista poi per l’autorizzazione all’astensione anticipata delle lavoratrici in gravidanza per la quale oggi intervengono sia gli organi del Ssn per l’accertamento medico, sia i servizi ispettivi del ministero del Lavoro per la fase finale dell’adozione del provvedimento autorizzatorio.
La proposta supera la duplicazione di competenze, riconducendo tutti i
compiti in materia agli organi del Ssn (aziende sanitarie locali, Distretti sanitari o al Dipartimento di prevenzione).
Ma il decreto Sviluppo è ancoa un cantiere aperto e nelle varie bozze finora circolate sono apparsi anche altri argomenti sanitari, a partire dall’anticipazione del fascicolo sanitario elettronico o alla previsione della conservazione delle cartelle cliniche solo in forma digitale. Ma anche la tracciabilità dei principi attivi dei farmaci con l’indicazione dello stato in cui sono prodotti o anche la possibilità di utilizzo nelle sperimentazioni cliniche di principi attivi anche solo se la loro preparazione ha seguito le buone norme di fabbricazione e la semplificazione sulla titolarità dei depositi che trattano solo gas medicinali.
Altre norme poi potrebbero riguardare gli ambiti sanitari. Le previsioni sulla riforma degli Ordini professionali, riferendosi alla manovra di ferragosto in cui sono state inserite tra le professioni esenti «quelle connesse alla tutela della salute umana» non sono in pericolo.
Sanita.ilsole24ore.com – 25 ottobre 2011