La definizione del decreto per lo sviluppo, la tempistica delle misure per la crescita, l’eventuale accelerazione su nuovi interventi sulle pensioni, le stesura della legge di stabilità e la composizione del piano di dismissioni di immobili pubblici e municipalizzate.
È a dir poco fitta l’agenda economica su il governo è chiamato a decidere rapidamente.
Senza considerare il pressing degli organismi internazionali, della Ue, delle parti sociali, Confindustria in testa, e anche del capo dello Stato per adottare interventi strutturali immediati ed efficaci per evitare al Paese di correre un “rischio-Grecia”.
Scelte da compiere in tempi brevissimi e senza sbagliare, dunque. Anche perché l’Italia resta nel mirino dei mercati, deve fare i conti con un spread tra titoli di Stati e bund ormai costantemente vicino a quota 400 e con una crescita che, secondo la recente nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza) del Governo, è destinata a rimanere a uno stato poco più che embrionale anche nei prossimi mesi.
Al momento, però, non si capisce ancora se a pronunciare la parola decisiva sulle misure da mettere in moto sarà il super ministero dell’Economia, del quale una parte della maggioranza chiede uno spacchettamento “seduta stante” peraltro realizzabile solo per via legislativa, o una “cabina di regia” a palazzo Chigi, tutta da ideare ed approntare, evocata da altri ambienti della stessa maggioranza.
L’ennesima partita politica all’insegna dei veti e delle schermaglie tattiche che, alla fine (come in altre occasioni), dovrebbe concludersi con il tentativo di imporre (soprattutto al ministro Giulio Tremonti) una maggiore collegialità sulle decisioni economiche. Ma intanto le lancette continuano a scorrere inesorabili in attesa di decisioni che restano, allo stato attuale, sulla carta. Eppure da Bruxelles come da Francoforte, passando anche per via dell’Astronomia, a più riprese è stato ricordato all’Esecutivo che il tempo delle attese è ormai scaduto
ilsole24ore.com – 26 settembre 2011