Un decreto light per la sviluppo, con nuovo meccanismo di incentivi fiscali per le imprese che realizzino grandi opere, da varare non prima del 6 ottobre o, meglio, del 13
E un nuovo tentativo per aprire una breccia in cui inserire nuovi interventi sulle pensioni, a cominciare dalla rapida abolizione degli assegni di anzianità, provando ad agganciare un vagone previdenziale alla delega sulla assistenza già al vaglio del Parlamento.
Governo e maggioranza, sempre alle prese con le tensioni interne per il caso Tremonti (ma non solo), cercano di definire una strategia che consenta di dare una spinta alla crescita sempre più in frenata (come ha confermato la nota di aggiornamento al Def) e di mandare qualche segnale attendibile su questo fronte ai mercati, alla Ue, al capo dello Stato e agli industriali che chiedono uno scatto per evitare al Paese il “rischio-Grecia”.
Al momento l’unico punto fermo è il decreto “a costo zero” per lo sviluppo. Anche se, pure in questo caso, non mancano i nodi da sciogliere. Solo mercoledì, dopo che il ministro Giulio Tremonti sarà rientrato da Washington, sarà fatta la sintesi sul capitolo infrastrutture tra la bozza del Tesoro e quella del ministro Altero Matteoli. Il pacchetto che sta prendendo quota è quello del ministero dell’Economia (V. Il Sole 24 Ore del 22 settembre) in cui sarebbe anche incluso una detassazione degli investimenti (denominata a via XX settembre “Tremonti-infrastrutture”). Agendo su Ires e Irap verrebbero previsti incentivi fiscali per le imprese che si aggiudicano la concessione per la realizzazione e la gestione di una grande opera pubblica. Contemporaneamente però verrebbero limitati i contributi pubblici. Il pacchetto infrastrutture prevederebbe anche misure che riguardano l’Anas, i porti e disposizioni per garantire la reciprocità dei servizi ferroviari con i Paesi esteri. Il decreto conterrà anche un capitolo semplificazioni. Tutto dovrebbe essere attivato senza il ricorso a nuove risorse.
Proprio su questa questione si sta concentrando il dibattito nella maggioranza, con il Pdl che continua a spingere per nuovi interventi sulle pensioni, su cui la Lega ha cominciato a mostrare una cauta disponibilità. Ma il Governo deve fare i conti anche con i sindacati. Venerdì Cisl e Uil hanno risposto senza chiudere all’invito del ministro Maurizio Sacconi alle parti sociali di raggiungere un avviso comune sulle pensioni. Il sindacato guidato da Raffaele Bonanni, in particolare, ha indicato nella concertazione (e non nell’avviso comune) la strada da percorrere per affrontare il capitolo previdenza. Un’indicazione che potrebbe favorire un percorso già ipotizzato da diversi ambienti della maggioranza: aggancio della previdenza alla delega assistenziale concertando con la parti sociali (e la Lega) le misure da adottare, in primis sull’anzianità e l’età delle donne, entro la fine dell’anno. Anche se i tecnici del Tesoro insistono ancora per inserire la stretta sulle anzianità nella legge di stabilità, con la quale dovrebbe scattare il piano di dismissioni immobiliari e delle municipalizzate che sarà illustrato da Tremonti la prossima settimana in un seminario ad hoc.
Ilsole24ore.com – 25 settembre 2011