Nell’anno della crisi economica più pesante, numeri in forte crescita per il sistema di recupero di alimentari in scadenza e merci invendute nei supermercati inventato da Andrea Segré a Bologna. A beneficiarne ormai in moltissime parti d’Italia sono le mense per i poveri, gli enti assistenziali e gli ospedali. Anche la Bbc si è interessata al caso.
Il Last Minute Market, il sistema di recupero di alimentari in scadenza e merci invendute nei supermercati fa il boom e i numeri di questi ultimi anni raccontano di come dai prodotti che prima andavano al macero si possano risparmiare milioni di euro. A beneficiarne ormai in moltissime parti d’Italia sono le mense per i poveri, gli enti assistenziali e gli ospedali.
Qualche esempio: da uno degli ospedali di Bologna, si recuperano ogni giorno 30 pasti pronti per la mensa, per oltre 35.000 euro l’anno. A Verona otto mense scolastiche tirano su 8 tonnellate all’anno di prodotto cotto che corrispondono a 15.000 pasti. A Ferrara si recuperano farmaci da banco per circa 11 euro all’anno.
Nei territori dove è nata l’idea del mercato dell’ultimo minuto (il last minute market è una società spin off dell’Università di Bologna) ci sono i dati più eclatanti. Nelle province di Bologna e Ravenna tra il 2010 e il 2011, i pasti sono stati 43 mila, 31 mila euro il valore dei farmaci, 45 mila i libri ridistribuiti a nuovi lettori.
Nelle due province emiliano romagnole a fare la differenza è il finanziamento del sistema: con 87 mila euro nel triennio 2008-2011 (meno di 30 mila l’anno) della Fondazione del Monte, la raccolta ha raggiunto quota 814 mila euro l’anno di beni recuperati. Quasi 30 volte il finanziamento.
Un altro esempio è quella dell’Opera Padre Marella, una delle reti di mense e di accoglienza più grande in Emilia Romagna, che risparmia 30 mila euro l’anno in acquisti di derrate alimentari, rifornendosi dai prodotti che i supermercati non vendono. Si è passati dal dato del 2005, quando per comprare le derrate alimentari l’Opera Marella (che assiste circa 400 persone) spendeva 140 mila euro, al 2009, quando si è scesi a un costo di 110 mila euro con un bacino di utenti sempre più largo visto l’aumento del numero degli emarginati.
Quelli del mercato dell’ultimo minuto sono prodotti arrivati alla data di scadenza, prodotti con gli imballaggi rovinati, frutta e verdura un po’ ammaccati o magari non lucenti. E poi c’è tutto quello che viene gettato via nelle nostre case. “Un quinto o anche un quarto della nostra busta che riempiamo di immondezza sarebbe utilizzabile”, spiega Andrea Segrè, il professore dell’Università di Bologna che da fine anni Novanta porta avanti il progetto contro lo spreco. “Il finanziamento è fondamentale per partire, anche perché alle persone che devono salvare i prodotti va spiegato come fare. Ma poi il finanziamento si recupera almeno moltiplicato per 10”, prosegue Segrè.
Il progetto di Bologna e Ravenna è infatti un caso molto avanzato anche grazie il finanziamento di una fondazione bancaria, ma in tutta Italia anche le grandi catene iniziano a interessarsi. “Tutti hanno da guadagnare dal last minute market. Buttare via un prodotto solo perché vicino alla data di scadenza costa di più anche al supermarket”.
Segrè racconta anche la sua personale sfida “estrema” con lo yogurt: “Sono arrivato a mangiarli scaduti da un mese e mezzo. E sono ancora qui – spiega il professore. Il segreto è guardare il coperchio d’alluminio, se si rigonfia sta iniziando a fermentare e solo a quel punto non è più commestibile”.
Il progetto del salvataggio dei prodotti invenduti non riguarda solo i supermarket: a Bologna, allo Stadio Dall’Ara, per esempio, i ragazzi dell’Opera Marella raccolgono ogni domenica il cibo intonso dei buffet della tribuna vip durante le partite di Serie A. “Soprattutto in caso di sconfitta del Bologna, i tifosi allo stadio lasciano molti cibi intonsi”, spiega Massimo Battisti dell’Opera Marella. “Con il last minute market le nostre mense sono quindi anche più prelibate. Spesso riusciamo anche a mettere le candele e le tovaglie e se prima dovevamo faticare a far stare seduti gli ospiti ora facciamo fatica a farli alzare”.
La Fondazione del Monte intanto ha promesso che continuerà a finanziare il Lmm nonostante una diminuzione dei fondi a disposizione del 20%: da 13 milioni, i finanziamenti elargiti per le iniziative del territorio, potrebbero infatti passare a 10 milioni nel 2012. “Ma saremo più selettivi”, spiega il presidente Marco Cammelli, “premieremo progetti innovativi”.
Il last minute market intanto raggiunge fama mondiale. Recentemente la Bbc (http://www.horizonsbusiness.com/#playlist) le ha dedicato un programma tv e qualcuno timidamente comincia a sussurrare che per idee molto meno originali ed efficaci altri hanno raggiunto il Premio Nobel
ilfattoquotidiano.it – 25 settembre 2011