Appello alla vigilia dell’esame del decreto al Senato. Maggioranza e opposizione assicurano un iter veloce
MILANO – La manovra, ottenuto il via libera della Commissione Bilancio del Senato, sarà da martedì all’esame dell’aula di Palazzo Madama. A poche ore dal dibattito, nella serata di lunedì, arriva però l’appello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che invoca correzioni al testo per rafforzarne l’«efficacia» e la «credibilità».
L’APPELLO DI NAPOLITANO- «Nessuno può sottovalutare il segnale allarmante rappresentato dall’odierna impennata del differenziale tra le quotazioni dei titoli del debito pubblico italiano e quelli tedeschi. È un segnale di persistente difficoltà a recuperare fiducia, come è indispensabile e urgente – sottolinea il capo dello Stato in una nota -. Si è ancora in tempo per introdurre in Senato nella legge di conversione del decreto del 13 agosto misure capaci di rafforzarne l’efficacia e la credibilità. Faccio appello a tutte le parti politiche perché sforzi rivolti a questo fine non vengano bloccati da incomprensioni e da pregiudiziali insostenibili».
MARONI – Poco prima, a margine di un comizio a Concesio, nel Bresciano, il ministro dell’Interno Roberto Maroni aveva detto che «ci sono state delle modifiche, delle discussioni. Una fase concitata ma ieri (domenica, ndr) il testo è stato approvato. Quindi mi pare che la questione sia chiusa». Nella stessa occasione Maroni non ha voluto invece rispondere alle domande sul contenuto dell’incontro del pomeriggio tra il leader della Lega Umberto Bossi e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
PRESSING SULLE PENSIONI – Secondo fonti interne alla maggioranza, nell’incontro con i vertici del Carroccio in via Bellerio, Tremonti avrebbe tentato – sostenuto in diretta da una telefonata di Berlusconi – di convincere Bossi a dire sì a un intervento sulle pensioni. L’obiettivo era convincerlo ad accettare un innalzamento graduale dell’età pensionabile delle donne dal 2012 e non dal 2016 e di intervenire sulle pensioni di anzianità portando le «quote» a 97 nel 2012, 98 nel 2013 fino ad arrivare con graudalità a 100. Bossi però sarebbe stato irremovibile.
ITER ACCELERATO – Formalmente, intanto, la maggioranza assicura, con il capogruppo Pdl Maurizio Gasparri, che non presenterà emendamenti nel corso dell’esame della manovra al Senato. Vista l’attuale situazione di crisi dei mercati, ci si auspica infatti, con spirito bipartisan (tranne l’Idv, che ha chiesto di non strozzare il dibattito) che il decreto sia esaminato con rapidità e che venga approvato già mercoledì. In questo modo, il testo potrà subito passare alla Camera dove con ogni probabilità si cercherà di seguire lo stesso iter veloce. Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd, garantisce da parte sua che «il Partito Democratico non attuerà alcuna forma di ostruzionismo» e «presenterà un numero limitato di emendamenti». In cambio, però, chiede «che si proceda all’approvazione di almeno due significative modifiche: eliminare l’articolo 8 e cancellare i tagli a province, regioni e comuni».
Corriere.it – 5 settembre 2011