Tagli “mostruosi” al sistema socio-assistenziali e un “accanimento inaudito, oltre che inedito, contro i professionisti del Ssn”.
Dalla Festa Democratica in corso a Pesaro, Margherita Miotto (deputato Pd), Lionello Cosentino (senatore Pd), Paolo Fontanelli (responsabile Salute del Pd), Roberta Agostini (responsabile Salute e Conferenza delle Donne Pd), Carlo Lusenti e Almerino Mezzolani (assessori alla Sanità dell’Emilia Romagna e delle Marche) e Stefano Cecconi (responsabile salute della Cgil) lanciano un appello ai cittadini e alle professioni della sanità per unirsi in una “battaglia che non è solo per salvare sanità, ma per salvare i valori fondanti su cui si poggia il Ssn, cioè l’equità e la solidarietà”.
“Dobbiamo mobilitarci con i cittadini, i medici, le professioni sanitarie e socio-sanitarie per difendere il diritto alla salute. È l’imperativo di questa fase e il Pd sarà forte e deciso in questa battaglia”. Questo l’appello lanciato da Paolo Fontanelli, responsabile Salute del Pd, alla Festa Democratica in corso a Pesaro fino all’11 settembre. Un appello ribadito da Roberta Agostini (responsabile Salute e Conferenza delle Donne Pd), Margherita Miotto (deputato Pd), Lionello Cosentino (senatore Pd), Carlo Lusenti e Almerino Mezzolani (assessori alla Sanità dell’Emilia Romagna e delle Marche) e Stefano Cecconi (responsabile salute della Cgil), che insieme a Fontanelli hanno partecipato, sabato scorso, a una tavola rotonda per fare il punto sulla manovra e il futuro del Ssn. “Ma il Pd non si limita a fare battaglie difensive”, ha precisato Fontanelli. “Pensiamo vi sia lo spazio per riqualificare il sistema sanitario e abbiamo presentato le nostre proposte. Un progetto che ci responsabilizza e nel quale continueremo ad impegnarci”.
Il primo passo però, secondo i rappresentanti del Pd, è quello di contrastare la manovra. “Ci troviamo – ha affermato Agostini aprendo il dibattito – a di fronte uno scenario inedito, perché il principio della tutela della salute, vincolato costituzionalmente, è messo sotto duro attacco dalle politiche che il centro destra ha perseguito negli ultimi tre anni e chi si concretizzano in tagli pesantissimi. Il centrodestra ha sottratto risorse senza avere il coraggio di dichiarare pubblicamente la strategia di privatizzazione, perché sanno benissimo, sia Berlusconi che Tremonti, che gli italiani considerano la sanità un diritto, e un diritto universale”.
“Il Ssn – ha affermato Miotto prendendo la parola – sta rischiando davvero e i cittadini devono saperlo ed essere sensibilizzati su questo, perché non basta che il diritto alla salute sia scritto sulla Costituzione perché sia reale. Per garantire la sanità, una buona sanità, servono finanziamenti, bravi professionisti e investimenti importanti in ricerca e nell’ammodernamento delle strutture”. Elementi che, per Miotto, in questi tre anni sono diventate sempre più dissolti e “la sanità è stata considerata come uno dei tanti settori della Pubblica Amministrazione contro la quale il Governo ha intrapreso una battaglia feroce. L’accanimento contro le professioni della sanità – ha dichiarato – ha dell’inaudito, oltre che dell’inedito per il nostro Paese. A questo si aggiunge il taglio alle politiche sociali e socio-sanitarie che, a partire da quest’anno, non avranno più un euro di finanziamento e a cui le Regioni dovranno far fronte introducendo nuove tasse locali o compartecipazioni alla spesa da parte cittadini”. E tutto questo, conclude Miotto, non potrà che portare, appunto, a una “pericolosa deriva verso la privatizzazione dei servizi sanitari”.
Opinioni condivise da Carlo Lusenti, secondo il quale quello a cui si sta assistendo è “un attacco diretto a diritti umani, civili e costituzionali”. In relazione ai tagli imposti alle Regioni dalle ultime manovre, Lusenti ha voluto sottolineare che “in questi anni gli sforzi dolorosi e difficili di efficientamento, riduzione e organizzazione del sistema sono stati fatti e abbiamo le carte per dimostrarlo”. Ma i tagli previsti dalla manovra renderà il sistema insostenibile anche per le Regioni cosiddette virtuose e, sottolinea Lusenti, e costringerà a un taglio dei servizi. “Dalle proiezioni, a causa di questi tagli l’Emilia Romagna produrrà nel prossimo triennio un buco di 1,5 miliardi di euro. Ma l’unica cosa che ci resterà da fare è scegliere quali ospedali e servizi chiudere”.
L’assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna ha quindi illustrato i dati del Censis che nel 2010 hanno dimostrato come la spesa sanitaria sia un investimento: “Ogni punto percentuale in più speso in sanità rende crescita del Pil pari allo 0,30%”. Così come, ha aggiunto Lusenti, “in questo periodo di crisi a reggere il confronto internazionale sono stati il settore biomedicale dell’Emilia Romagna e quello farmaceutico della Toscana e del Lazio. Azzoppare il Ssn – ha osservato Lusenti – significa non solo privare i cittadini di un diritto, ma anche non avere un’idea del Paese e non capire che la spesa sanitaria è investimento, non costo”.
Al contrario, ha aggiunto Cosentino, è proprio la mancanza di investimenti in sanità a rischiare di diventare un costo e di produrre debito, anziché sanarlo. “Il recente caso della Tbc lo rende evidente. Stanno tornando a colpire malattie che erano debellate e si stanno diffondendo proprio a causa di una riduzione della qualità di vita di ceti e dell’assistenza tra le fasce più deboli della popolazione. E non è vero – ha aggiunto il senatore Pd – che, come dice Sacconi, la cosa migliore è privatizzare la sanità perché questo è un problema che richiede una buona politica di sanità pubblica altrimenti queste fasce di popolazione non saranno assistite e le malattie si diffonderanno sempre di più con costi crescenti per l’intero Paese”.
“È una battaglia sacrosanta”, ha commentato Mezzolani, secondo il quale “il Paese, per funzionare, ha bisogno di un interlocutore serio, credibile, che ti permetta di portare avanti quello che tu hai progettato per la tua Regione. E il Governo ha dimostrato di non saperlo fare. Tutto – ha osservato – viene frustrato dal taglio delle risorse. È una politica alla quale ci dobbiamo opporre, perché non si tratta solo di salvare la sanità, ma di salvare i valori fondanti su cui si poggia il Ssn, cioè l’equità e la solidarietà”.
Concorda con i rappresentanti del Pd anche Stefano Cecconi, responsabile della Salute della Cgil. “Il Governo sta agendo in modo ingiusto, colpendo i più deboli e i soliti noti”. Secondo Cecconi gli spazi per riqualificare la spesa ci sono, “ma i tagli lineari imposti dalla manovra sono una catastrofe”. L’esempio più “clamoroso”, secondo Cecconi, è quello dell’introduzione del ticket, “che non solo colpisce i cittadini, ma li spinge al ricorrere alla sanità privata. È una manovra regressiva e deprimente l’economia. Che mette in ginocchio le Regioni e che – ha concluso il responsabile salute della Cgil – non contrasterà il debito, ma lo produrrà”.
5 settembre 2011 – quotidianosanita.it