Sulla crisi: «Si è esitato ad affrontare il debito». Trichet: «Essenziale la conferma della sua riduzione»
ERNOBBIO (COMO) – Due sferzate per il governo in poche ore. La prima dal presidente Napolitano. La seconda dal presidente della Bce Trichet. Il presidente del Senato Schifani invece si dice soddisfatto e allontana l’ipotesi del voto di fiducia. Alle 9 a Cernobbio c’è in diretta video dal Quirinale il presidente della Repubblica. In questi giorni il Parlamento è «impegnato in una discussione travagliata» sulla manovra, ma «c’è impegno comune da parte della maggioranza e dell’opposizione» per approvarla prima dei sessanta giorni previsti per la conversione del decreto. Al workshop Ambrosetti tutti ascoltano in silenzio.
«CHIAREZZA» – «Occorre che vengano, ora e nel prossimo futuro, da parte italiana, chiarezza e certezza d’intenti e risultati, al di là di ogni oscillazione nociva alla credibilità degli orientamenti e dei comportamenti del paese». Il presidente della Repubblica ha commentato il travaglio della manovra bis: «Altrimenti – ha ammonito il capo dello Stato – si finirebbe per cadere in situazioni in cui il nostro paese vede riemegere e pesare su di sè antiche diffidenze». Il presidente della Repubblica ha risposto anche a delle domande. Ad una riguardo alla manovra e al pareggio di bilancio ha detto: «Dobbiamo portare avanti una prospettiva coerente che vada al di là dell’avvicendarsi dei governi. Non bisogna avere una prospettiva di tre settimane, e nemmeno di 20 mesi», cioè la scadenza naturale della legislatura, «dobbiamo guardare più avanti – ha sottolineato – abbiamo bisogno di scelte solide di medio o lungo periodo». E ha aggiunto: «Sono convinto che sia essenziale che vengano confermati e quindi tradotti in fatti concreti gli obiettivi del decreto di agosto che si riassumono nel raggiungimento del pareggio di bilancio già nel 2013. Lo ritengo essenziale e ho fiducia che a ciò si attengano tutti. In questo momento nessuno, neanche nell’opposizione, mette in dubbio che si debba raggiungere quell’obiettivo».
GOVERNO TECNICO – Poi c’è il tempo per qualche domanda al presidente. «Finché c’è un governo che ha la fiducia del Parlamento, comunque agisca, io non posso sovrappormi non solo di fatto, ma nemmeno con l’idea di un governo diverso». Il presidente della Repubblica risponde a Sergio Romano su un eventuale governo tecnico, ha sottolineato che «il Capo dello Stato non interviene a formare un governo se ce n’è uno in carica che ha la fiducia della maggioranza del Parlamento». «Quello che posso fare – ha sottolineato – è ogni sforzo perché pur nell’attuale situazione di contrapposizione tra maggioranza e opposizione e tensione tra forze politiche e sociali si realizzi un clima di maggiore confronto».
EURO – L’Italia ha fatto «scelte coraggiose come la rinuncia all’autorità monetaria» e l’ingresso nel’euro ha detto poi Napolitano. Ma altre scelte sono «mancate». Ad esempio – ha rilevato – «si è ritardato ed esitato ad affrontare il vincolo che doveva essere allentato e sciolto dell’indebitamento pubblico. La conseguenza – ha quindi aggiunto il Capo dello Stato – è che «nei 10 anni dall’ingresso dell’euro» si è sentito questo peso. Ora, secondo il presidente «bisogna salvaguardare l’euro per consentire una crescita sostenibile dell’Europa».
TRICHET – «È essenziale che l’obiettivo annunciato di diminuzione del debito sia pienamente confermato e implementato». Il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, lo ha confermato in uno scambio di battute con il presidente della Repubblica. Trichet ha sottolineato che «la Bce e il sistema europeo come un tutt’uno, includendo anche la Banca d’Italia», considerano che le misure dell’ultima manovra, annunciate dal governo il 5 agosto, sono «estremamente importanti per la riduzione rapida del debito pubblico italiano e per migliorare la flessibilità dell’economia italiana». «Questo è decisivo – ha concluso – per consolidare e rinforzare la qualità e la credibilità della strategia italiana e della sua affidabilità creditizia. «La Bce non può sostituirsi ai governi», Jean Claude Trichet, nel suo intervento a porte chiuse al Workshop Ambrosetti ha anche detto che «i governi devono rispettare la disciplina di bilancio. Abbiamo preso nota – ha aggiunto – degli impegni».
SCHIFANI: NO AL VOTO DI FIDUCIA – Per il presidente del Senato, Renato Schifani, non c’è all’orizzonte la fiducia sulla manovra. «Io non l’ho mai visto veramente vicino il voto della fiducia. L’ho sempre demonizzato. Il Parlamento sta lavorando di sabato, lavorerà anche domenica, non vi è nessun rallentamento nei tempi, non vedo per quale motivo il dibattito debba essere strozzato anche in Aula da una fiducia che impedirebbe ai singoli parlamentari di confrontarsi», ha affermato dopo aver incontrato i membri della commissione Bilancio. «Posso ritenermi molto soddisfatto. Fino a questo momento in effetti molte richieste dell’opposizione sono state fatte proprie dalla maggioranza proprio per dimostrare che quello che c’è di buono va accolto nell’interesse del paese. In questo momento il Paese ha bisogno di ottenere queste risposte dalla politica» e cioè «coesione e collegialità nelle scelte di grande responsabilità», ha concluso Schifani. Martedì il provvedimento approderà nell’aula di Palazzo Madama. «Mi aspetto – ha detto il presidente del Senato – lo stesso scenario della commissione: grande senso di responsabilità, grande dibattito, pochi emendamenti e il voto in settimana».
Corriere.it – 3 settembre 2011